India, Delhi. Il Covid e il recente allarme del misterioso e letale ''fungo nero'' indiano non hanno certo fermato le proteste e le manifestazioni dei contadini contro la recente riforma del settore agrario.
Migliaia sono infatti i contadini che si stanno mobilitando verso Delhi, la capitale. Essi provengono dagli stati dell'Haryana e del Punjab.
Le proteste in India
La mobilitazione in massa avviene per partecipare a quello che è stato definito suggestivamente come il "Black Day", Giorno Nero. Cioè il prossimo 26 maggio.
La manifestazione, che segna il sesto mese dall'inizio della protesta contro la ben nota riforma del settore agrario, è stata annunciata da Gurnam Singh Charunil leader della Bharatiya Kisan Union (BKU).
La BKU è la più grande organizzazione dei contadini indiani. La manifestazione ha tutta l'aria di essere una vera prova di forza che sfiderà il governo in tutto il paese.
Questo, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid 19 che in India è ancora particolarmente virulenta e pericolosa.
Conto la liberalizzazione del mercato
Dodici partiti di opposizione, i più grandi, hanno aderito alla manifestazione. Ognuno di questi ha sottoscritto un documento indirizzato ieri al Premier Modi.
Tra loro c'è anche Sonia Gandhi, la governatrice del West Bengal Mamata Banerjee, e i governatori di Tamil Nadu, (MK Stalin), Maharashtra (Uddav Thakeray), Jharkhand (Hernant Soru), oltre al leader kashmiro Farooq Abdullah (ANSA).
I contadini dichiarano e sostengono che le nuove leggi, di liberalizzazione del mercato, li lasceranno alla mercè dei grandi gruppi privati.
Sono preoccupati che questi nuovi 'padroni' detteranno i termini al momento dell'acquisto e che verrà distrutto il decennale e ben corroborato sistema di tutele che garantiva loro un prezzo minimo fisso per i loro prodotti.
I contadini/manifestanti hanno inaugurato le manifestazioni lo scorso novembre, con una delle più grandi proteste mai tenute nel paese.
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