Processo a Turetta: nessuna attenuante per l'omicidio di Giulia Cecchettin
L’avvocato della famiglia Cecchettin: “Un delitto di straordinaria ferocia. Turetta non merita indulgenze”
Nel processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, l’udienza di venerdì ha ufficializzato tutte le imputazioni e le aggravanti a carico di Filippo Turetta. L’avvocato Stefano Tigani, legale della famiglia Cecchettin, ha definito il delitto “di una ferocia e gravità straordinarie, uno dei più terribili per il nostro territorio,” sottolineando che l'atteggiamento processuale dell'imputato è stato “inaccettabile e privo di ogni forma di pentimento.” Per Tigani, Turetta “non merita alcuna attenuante: non c'è pentimento, non c'è rispetto per la vittima e la famiglia.”
La difesa e il memoriale dell’imputato
Nel corso del processo, Turetta ha presentato una memoria di 80 pagine, che secondo l’avvocato della famiglia Cecchettin è risultata “imbarazzante e lontana da un vero atto di trasparenza.” Tigani ha dichiarato che Turetta ha mentito fin dall'inizio, evidenziando come le lacrime versate dall'imputato durante l’interrogatorio fossero, a suo parere, “versate solo per se stesso.” L’avvocato ha espresso piena fiducia nella Corte e ha ringraziato il pm Andrea Petroni per il lavoro svolto nelle indagini.
Le parole del legale di Elena Cecchettin
Anche Nicodemo Gentile, avvocato di parte civile per Elena Cecchettin, sorella di Giulia, è intervenuto sottolineando come Turetta “tenti di evitare l'ergastolo attraverso omissioni e versioni inverosimili.” Secondo Gentile, l’omicidio di Giulia è stato un gesto “di condanna” verso la vittima, “colpevole solo di non rispondere più alle sue aspettative.”
La posizione della difesa di Turetta
Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, ha dichiarato che “una pena di giusta severità” è attesa e frequente nei processi per femminicidio. Caruso ha aggiunto che la decisione di depositare un memoriale scritto dall’imputato, seppur dura, è stata considerata necessaria. Tuttavia, il legale ha ammesso di non avere “spazio per mettere in buona luce” Turetta e ritiene che una “pena pesante sia inevitabile, sperando in una giustizia equa.”