De Luca tuona ancora contro tutto e tutti. In diretta da Sant'Angelo dei Lombardi (Av), dove è partito il secondo centro pubblico regionale per l'autismo. fa il punto della situazione in Campania e non solo.
In primis il presidente della Regione Campania parla del nuovo centro di Avellino, che è il secondo in tutta Italia.
"Noi siamo usciti dopo 10 anni dal commissariamento perché avevamo fatto nella sanità pubblica campana porcherie inimmaginabili, cioè avevamo moltiplicato reparti, primariati, strutture complesse al di là di ogni sostenibilità finanziaria".
Lo ha detto il presidente della Regione CAMPANIA Vincenzo De Luca, questa mattina in visita al centro pubblico regionale per l'autismo di Sant'Angelo dei Lombardi (Avellino).
"Siamo usciti dopo 10 anni e dopo un lavoro rigoroso - ha aggiunto - e vorrei che la sanità non ritornasse ad essere commissariata. Quindi demagogia zero, non si possono moltiplicare reparti a 5 km di distanza, bisogna fare le persone serie".
De Luca - In merito ai vaccini dichiara
"Per quello che ci riguarda dobbiamo ancora recuperare i vaccini che hanno mandato in meno. Oggi la Campania la più sacrificata.
De Luca - Quello che facciamo in Campania un miracolo
Difficile far partire le attività in campania. Ieri 630 morti è un bilancio di guerra dobbiamo stare veramente attenti.
De Luca - Alla domanda sul contratto Pfizer e alla sua incongruenza ribatte
Anche sui giornali sono state dette una serie di stupidaggini. Le Regioni non posso muoversi nell'ambito dei 4 vaccini stipulati dal governo. noi fatto un contratto a norma con Pfizer.
Quello che non si capisce è perché si continua a perdere tempo, ci vogliono due settimane per dare l'ok e nel giro di tre mesi possiamo uscire dal calvario.
La paura dei cittadini
Per quello che ci riguarda se si bloccano le forniture non riusciremo mai a uscirne. La comunicazione che è stata data è errata ed è normale che le persone si facciano condizionare.
Nel frattempo non si placano le proteste a Napoli: ambulanti in strada
Negli ultimi giorni si sono susseguite numerose
proteste a Napoli, con i lavoratori campani disperati ed in grave crisi economica.
Le restrizioni adottate dal governo stanno, gravemente, pesando sulle attività commerciali, migliaia i commercianti scesi in piazza per protestare.
Proteste a Napoli, ambulanti in strada
Se, nella giornata di ieri, sono state ben 30 le categorie di lavoratori scese in piazza con
15 croci, metafora della situazione che stanno vivendo gestori di bed & breakfast, parrucchieri, barbieri, possessori di partita iva e non solo. Oggi le proteste hanno visto come protagonisti gli ambulanti.
Su "Napoli Today" si leggono tanti appelli fatti dagli ambulanti alle autorità di competenza:
"Chiediamo che vengano riaperte le attività commerciali. Che lo Stato, inoltre, ci aiuti erogando dei ristori ed annunciando un anno bianco fiscale".
Sono stati tanti gli ambulanti che hanno aderito alle proteste a Napoli, ma anche in provincia. Dai mercati del Vomero a quelli di Fuorigrotta, passando per Giugliano in Campania, Casavatore, Caivano, Napoli centro e Pomigliano d'Arco.
I venditori hanno occupato i posteggi presenti nei vari mercati napoletani, aprendo brande e tende. Non hanno esposto nè venduto la propria merce, visto che tale attività non è consentita dalle restrizioni attualmente vigenti nel nostro Paese.
"Così non possiamo andare avanti. Bisogna fare presto o non riusciremo a tirare avanti. La nostra situazione è drammatica" il grido di dolore e di aiuta che si eleva unanime dagli operatori dei vari mercati locali. Una protesta che è arrivata alle orecchie dei politici regionali.
Proteste a Napoli, parla l'assessore
Rosaria Galiero, assessore al commercio, ai mercati ed alle attività produttive, ha affrontato la tematica così:
"Napoli aveva conosciuto un boom, sotto certi aspetti, per alcune categorie. Ma, ovviamente, parliamo di un tessuto molto fragile".
"Sappiamo bene quali insidie ci sono in questa città. Chi cerca di schiacciare tutto ciò che rappresenta il bello di questa città. E chi, in questo momento, come questa categoria, è più fragile economicamente ed imprenditoriale corre grandi rischi. Oltre le tensioni sociali, ci preoccupa la condizione in cui stanno vivendo queste famiglie" chiosa l'assessore.
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