La Fiat Grande Punto nera di Filippo Turetta, utilizzata come veicolo di fuga dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin, è in arrivo in Italia. La vettura impacchettata e caricata su una bisarca coperta, precauzione adottata per evitare contaminazioni ambientali. Sarà consegnata venerdì sera dai Carabinieri direttamente ai laboratori dei Ris di Parma, dove inizieranno le analisi scientifiche sulle tracce e sugli oggetti rinvenuti nell'auto.

La Fiat Punto fermata il 18 novembre sull'autostrada A9, vicino Lipsia, durante l'arresto di Filippo Turetta, avvenuto in seguito a un mandato di cattura europeo. La vettura posta sotto custodia giudiziaria della polizia tedesca, congelata in un deposito a pochi chilometri dalla Bassa Sassonia. La polizia tedesca aveva effettuato solo una ricognizione superficiale del veicolo, senza riscontrare segni di incidente.

Gli investigatori italiani sono interessati non solo alla vettura, ma anche a ciò che si trovava al suo interno: il marsupio di Filippo, un paio di guanti, un coltello con una lama di 12 centimetri, una scheda telefonica prepagata, un paio di scarpe macchiate e un cellulare, di cui non è ancora chiara l'appartenenza (di Giulia o di Turetta).

Femminicidio Giulia Cecchettin, la fuga di Turetta

Durante la fuga di mille chilometri, il Ris cercherà di studiare le tracce ematiche presenti sulla superficie e il tessuto della Punto per determinare se il luogo dell'agguato fatale o se Giulia è stata caricata morente dopo l'aggressione nell'area industriale di Fossò, la notte dell'11 novembre.

Filippo Turetta è detenuto a Verona dal 25 novembre con le accuse di omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Nel carcere di Montorio, Filippo sta bene e trascorre le giornate nella sesta sezione dell'infermeria, dove può leggere, guardare la TV e persino giocare alla play station, secondo quanto filtrato dal carcere.

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