FASANO. E' una città in lutto e addolorata, in lacrime per la scomparsa improvvisa del piccolo Nicolò Pugliese. Aveva solo 15 mesi: un attimo prima giocava e sorrideva, un attimo dopo non c'era più.

Son questi i momenti in cui ci si rende conto di quanto la vita sia un filo sottile, qualcosa che ci appartiene e non ci appartiene, qualcosa che non ci è dato sapere quando e come potrebbe finire. E di certo non penserai mai che possa finire quando si ha solo 15 mesi.

Già quindici mesi, poco più di un anno

Capita spesso, troppo spesso di ricevere, assistere seppur di riflesso a fatti del genere e sono tutti dolorosi. Ma quando è un bambino a perdere la vita, qualcosa inevitabilmente si spezza. E' come se per un attimo muori anche tu, i pensieri si fermano e d'improvviso ti torna alla mente di quanto sciocchi, inutili e insensati siano a volte i nostri problemi. Di quanto si è spesso egoisti e di quanto a volte un sorriso vale più di ogni altra cosa. Che magari la rabbia non ha senso, la collera nemmeno, che uscire di casa senza salutare per una discussione avuta magari la sera prima, che perdere il proprio tempo a litigare o peggio ancora a non vivere un amore, a reprimersi, a non dire... E' di quanto più sbagliato esista al mondo. Perchè oggi ci sei, domani chissà.

E come si fa ad accettare la perdita di un figlio? Non lo so e non voglio saperlo. Di certo so che è atroce ed ingiusto.

Nicolò se ne è andato così all'improvviso soffocato dal tappo di gomma di una soluzione fisiologica usata poco prima per l'aerosol. Era influenzato e quale bambino non ha mai fatto un aerosol? E come poter colpevolizzare una mamma? Troppa leggerezza, sbadattezza: aver lasciato un tappo in giro? E chissà quante volte Antonella (la mamma di Nicolò) si porrà questa domanda, quante volte si sentirà in colpa e si darà la colpa.

Ma i bambini sono imprevedibili, soprattutto a quell'età. Non conoscono il pericolo, non sanno cosa possa fargli male e cosa no.

Le lacrime e le urla di dolore della mamma di Nicolò e di papà Domenico

«Cosa ho fatto di male nella vita per sopportare questo? Come potrò vivere senza il mio bambino». Una mamma che vede morire il suo bambino tra le sue braccia e che non può far nulla per salvarlo. Magari potesse mettere in dietro le lancette dell'orologio. Magari si potesse tornare in dietro nel tempo davvero.

funerali del piccolo Nicolò

Attorno alla famiglia si sono stretti in centinaia. L’incredulità del primo momento si è trasformata in costernazione e disperazione appunto. Il feretro è arrivato nella chiesa della Salette in un’auto bianca.

L’ultimo saluto a Nicolò è stato contraddistinto dal bianco: bianca la bara, i tanti fiori (anche la locale stazione dei carabinieri ha inviato una composizione di rose bianche), i palloncini portati dai giovanissimi della scuola calcio Bs Soccer Team. In religioso silenzio si è assistiti alla celebrazione eucaristica di don Vito Palmisano che nella sua omelia ha sottolineato l’impotenza umana davanti a tanto dolore. 

L'omelia 

«La vita continua nonostante questo momento in cui ci sentiamo un po’ tutti sospesi – ha sottolineato il parroco celebrante -. Il dolore è ancora più grande quando si perde un germoglio in cui ci sono tutte le potenzialità del futuro». 

Il saluto finale di un'amica dei genitori

«Nicolò, piccolo bimbo, cos’hai combinato – ha detto tra le lacrime -? Siamo qui per darti l’ultimo nessuno ma nessuno di noi crede che sia realmente così. Ci ha proiettato in una dimensione che non è e che non potrà essere reale. Tu sei il nostro piccolo bimbo, noi ti amiamo tanto. Abbiamo colto la tua vita come il dono e la felicità più grande. Eravamo al tuo fianco nel percorso bellissimo della tua crescita. Avevamo sogni da condividere, cose bellissime da fare, sorrisi grandi da ricambiarci.

Ci lasci affranti, avvolti dalla coperta del dolore che non scalda e non scalderà. Ci lasci al buio proprio tu che eri luce. Tu che senza lacrime da inserimento hai varcato la soglia del nostro giardino poco dopo aver spento la tua prima candelina. Con quel fare deciso e burlone di bimbo sempre impegnato in tantissime cose da prendere, portare e spostare. Hai mosso con noi i primi passetti, donato a noi le prime paroline, i tuoi importanti pisoli lontano dal seno della tua mamma.

A noi affidavi ogni giorno sorrisi che la rendevano più serena al lavoro. E’ ora tutto buio qui Nicolò. Nel coniugare questi verbi al passato che suonano male. Adesso resta, resta Nicolò, nel cuore e nell’anima di chi ti ama. Non lasciarci un’altra volta. Tu sarai sempre con noi. Possa l’aria felice del nido, gli occhi felici dei tuoi piccoli amici, i nostri palloncini tutti bianchi, accompagnarti fin lassù.

Non sentirti solo piccolo amore perché noi ci saremo sempre. Siamo qui, accanto alla tua mamma il cui respiro oggi è debole perché vuol stare con te per sempre, non lasciarti, stringerti ancora, baciarti, abbracciarti come si fa solo con chi ti appartiene dal profondo delle viscere del cuore primordiale della vita. E siamo accanto al tuo papà, uomo di levatura eccezionale, presente, attento, premuroso sempre. Non lasciarci Nicolò, noi ci contiamo, resta nel cuore, alita vita, qui dove oggi tutto è fermo».

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