Situazione scuole e didattica a distanza. Non è ancora chiara l'influenza delle scuole all'interno della pandemia da Covid-19.
Sta di fatto che il comitato tecnico scientifico al momento è prudente e chiede alla politica di attuare chiusure laddove la sicurezza sia messa anche minimamente in dubbio.
Il diffondersi delle varianti nelle fasce d’età più giovani ha comunque fatto allarmare i governatori. Un po' ovunque in Italia si rinuncerà alla didattica in presenza per passare invece a quella a distanza.
Da oggi dunque uno studente su tre tornerà a fare lezione davanti al pc.
Le varianti preoccupano. Si passa alla didattica a distanza in diverse parti d'Italia
Chiusure che riguardano circa un milione e 800mila studenti delle superiori, 800mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, quasi mezzo milione di alunni delle medie: in totale
3 milioni di studenti in dad, secondo la valutazione di Tuttoscuola.
Intanto anche il Comitato tecnico scientifico ha invertito la marcia rispetto al passato.
Una situazione che secondo il Cts è
complicata, perché
ci sono nella comunità scientifica pareri discordanti sull’impatto che hanno le scuole nella trasmissione del virus.
Se da una parte è ormai palese che
le varianti hanno effetti sui ragazzi, dall’altra non è ancora stato dimostrato che la scuola è il luogo di trasmissione.
Si sta ancora indagando sul
peso effettivo delle scuole sulla pandemia.
Il problema sta anche nella gestione dei casi covid a scuola
"Il problema è che
se un bambino si ammala vanno fatti i test a tutti".
Per il momento l’ipotesi sul tavolo di Mario Draghi è questa: nelle
zone rosse o nei luoghi dove ci sono soglie alte di contagio, le scuole di ogni ordine e grado andranno chiuse.
Per le
zone arancioni o gialle, invece, resterebbero attivi i protocolli in uso: didattica in presenza al 50% (si può arrivare fino al 75%) per le superiori. Primarie e medie in presenza.
Ma
poi ci sono le ordinanze regionali, con i governatori che sulle scuole scelgono spesso
la linea più dura. O comunque più prudente.
Ecco le scelte sulle scuole, regione per regione
Piemonte: dopo un mese in giallo, da lunedì si torna in arancione.
Non cambierà nulla dall’infanzia fino alle medie.
Dad al 50% per le superiori. Scuole chiuse in sette comuni della Valle Vigezzo, compresi gli asili, fino al 5 marzo.
Niente lezioni anche a Cavour, in provincia di Torino, fino al 5 marzo.
Lombardia: scatta la zona arancione. A Brescia e nella sua provincia ma anche nei comuni di Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro, Gandosso (BG) e Soncino (CR) tutte le scuole chiuse fino al 2 marzo. Proroga della zona rossa fino al 3 marzo nei Comuni di Bollate (Milano), Viggiù (Varese) e Mede (Pavia). Da segnalare che nella città di Brescia da mercoledì nidi e asili saranno aperti per i figli del personale sanitario.
Alto Adige: scuole superiori e Università chiuse fino al 14 marzo.
Liguria: fino al 5 marzo scuole (dalla primaria) chiuse nei Comuni di Sanremo, Ventimiglia, Bordighera e in 31 comuni del Ponente.
Emilia-Romagna: in arancione scuro Bologna e provincia, con scuole chiuse fino al 5 marzo. Stesso discorso per i Comuni che fanno capo all’Ausl di Imola (Castel San Pietro, Medicina, Mordano, Castel Guelfo, Dozza, Casalfiumanese, Fontanelice, Borgo Tossignano, Castel del Rio) e quelli dell’Ausl Romagna (Bagnara di Romagna, Conselice, Massa Lombarda e Riolo Terme, in provincia di Ravenna). Aperte solo le scuole per l’infanzia 0-3 anni, il resto tutti in Dad.
Toscana: nelle province di Siena e Pistoia e a Cecina scuole chiuse fino al 6 marzo. Ad Arezzo da domani al 13 marzo primarie, secondarie di primo e secondo grado passano in dad. A Castiglion Fiorentino, Lucignano e Marciano della Chiana fino al 7 marzo lezioni online. A Follonica (in provincia di Grosseto) fino al 6 marzo.
Umbria: solo per la provincia di Perugia, tornano in presenza i servizi educativi della scuola dell’infanzia 0-36 mesi, statali e paritarie, mentre sono sospesi i servizi educativi della scuola dell’infanzia (3-6 anni). Rimane in vigore la didattica a distanza per gli studenti delle scuole primarie e secondario di primo e secondo grado. Solo per la provincia di Terni, invece, “le attività didattiche delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, sono svolte in presenza nella misura del 50% della popolazione studentesca. Dai servizi per l’infanzia alla terza media rimane la didattica in presenza.
Marche: dad estesa a tutta l’area fino al 6 marzo per le superiori. Ancona e Macerata anche per seconda e terza media.
Abruzzo: scuole chiuse e lezioni online in tutta la Regione, eccetto asili nido e scuole dell’infanzia.
Molise e Basilicata: scuole chiuse (dalla seconda media in poi) in tutta la Regione.
Lazio: nei Comuni di Carpineto, Colleferro, Torrice, Monterosi, Monte San Giovanni Campano e Roccagorga non ci sarà nessuno in aula per due settimane.
Campania: tutte le scuole (compresi nidi e infanzia) chiuse fino a domenica 14 marzo.
Puglia: didattica a distanza fino al 14 marzo per permettere la vaccinazione del personale scolastico. In sei comuni del barese la dad sarà fino all’8 marzo.
Calabria: sospensione delle lezioni in presenza nei comuni di San Marco Argentano, Spezzano Sila e Castrolibero, in provincia di Cosenza.
Sicilia: scuole (dalle elementari in su) chiuse ad Enna fino al 13 marzo.
Sardegna: aule deserte (dalla seconda media in poi) a La Maddalena dalla seconda media in poi.
(Il fatto Quotidiano)
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