Maria Rosaria Boccia
Maria Rosaria Boccia

Maria Rosaria Boccia, imprenditrice al centro delle recenti polemiche legate alle dimissioni dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, ha scelto di rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con una lettera accorata e piena di denuncia. Nel documento, inviato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Boccia racconta di essere vittima di una sistematica campagna di screditamento che ha compromesso profondamente la sua vita personale e professionale.

La denuncia di Maria Rosaria Boccia: "Un attacco senza precedenti"

Nel testo della lettera, Boccia parla di una condizione personale che si è deteriorata drasticamente dalla fine dell’estate. Secondo l’imprenditrice, la sua immagine pubblica è stata bersagliata da insinuazioni infondate e atteggiamenti prevaricatori.

"Dalla fine della stagione estiva sono costretta ad assistere quotidianamente ad una mortificazione della mia persona in quanto donna, senza precedenti", scrive Boccia.

La donna sostiene che l’origine di questa situazione sarebbe legata a dichiarazioni e atteggiamenti che, pur non esplicitati direttamente, hanno contribuito a mettere in discussione la sua moralità e il suo impegno professionale.

"Un messaggio allusivo lontano dall’emancipazione"

Un passaggio particolarmente significativo della lettera è dedicato alle parole pronunciate dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che Boccia accusa di aver offerto al Paese un’immagine "fuorviante e denigratoria" di lei come donna.

"Nel tentativo di salvaguardare le logiche di partito ed alcune scelte infelici, [la Premier] è disposta a dare in pasto all'intero Paese l'immagine di una donna senza morale, capace di chissà quali malefatte", afferma l’imprenditrice.

Queste insinuazioni, secondo Boccia, hanno avuto ripercussioni gravissime, portando alla chiusura di molte porte nel suo percorso personale e lavorativo, pur in assenza di qualsiasi comportamento che giustificasse simili reazioni.

Un appello per la dignità femminile

La lettera prosegue con un’accusa diretta al sistema mediatico e istituzionale, colpevole, secondo Boccia, di non aver verificato le notizie diffuse sul suo conto e di aver alimentato una campagna denigratoria finalizzata a ledere la sua reputazione. Nonostante i tentativi di coinvolgere il Garante per un intervento, Boccia dichiara di essersi scontrata con un muro di indifferenza.

"Ho tentato invano di richiedere l’intervento del Garante in relazione alla campagna denigratoria nei miei confronti. Le notizie diffuse non avevano alcun fondamento, ma il loro unico scopo era screditare la mia persona".

Un appello al Presidente Mattarella

Nella parte finale della lettera, Boccia si rivolge direttamente a Mattarella, chiedendo un intervento concreto per ripristinare la sua dignità di donna e sensibilizzare le istituzioni sul tema della violenza, anche psicologica, che molte donne subiscono.

"Le scrivo per manifestare la mia difficoltà in una giornata così particolare e nobile. Chiedo un intervento per ripristinare la salvaguardia della dignità di donna, lesa e mortificata anche dalla distanza mantenuta dalle istituzioni".

Boccia conclude la lettera sottolineando come la violenza sociale subita rappresenti un peso enorme, che rischia di sopraffarla:

"La condanna sociale che mi è stata inflitta probabilmente la dovrò scontare ancora a lungo, ed è questa la violenza più dura contro cui rischio di non avere la forza di combattere".

Un monito per l’intera società

La vicenda di Maria Rosaria Boccia evidenzia quanto sia urgente affrontare con serietà il tema della violenza sulle donne, che non si limita a manifestazioni fisiche ma include anche danni reputazionali, psicologici e professionali. Il suo appello a Mattarella è un richiamo al senso di giustizia e alla necessità di tutelare la dignità femminile, spesso messa in discussione da dinamiche di potere e narrazioni mediatiche distorte.

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