Ceglie del Campo, ucciso con una pistola a salve: fermati tre ragazzini
L'arma pagata 250 euro: «Lo hanno usato come bersaglio per provarla»
Un uomo di 38 anni, Singh Nardev, è stato ucciso con un colpo di pistola a salve modificata in un casolare abbandonato a Ceglie del Campo, Bari, la sera del 31 maggio 2024. Dietro questa tragedia, un movente scioccante: l’omicidio sarebbe avvenuto come "prova" di un’arma appena acquistata. Tre giovani sono stati arrestati, mentre altri tre risultano indagati per favoreggiamento.
Un crimine senza senso: la dinamica dei fatti
La sera del delitto, i tre giovani si sono recati al casolare dove vivevano alcune persone senza fissa dimora, tra cui Singh Nardev. Dopo aver scambiato qualche parola con le persone presenti, uno dei ragazzi ha sparato due colpi, di cui uno ha colpito mortalmente al petto il 38enne. Nardev è morto sul colpo, mentre i suoi aggressori si sono rapidamente dileguati.
L’arma, una pistola a salve modificata, era stata acquistata per 250 euro da un rivenditore minorenne. I ragazzi avevano inizialmente pensato di comprare una moto, ma, insoddisfatti dell’acquisto, hanno optato per la pistola. Prima di utilizzarla contro la vittima, avevano "testato" l’arma su delle bottiglie.
Un movente che lascia sgomenti
Secondo gli inquirenti, non ci sarebbe stata premeditazione, ma il motivo dell’omicidio risulta comunque agghiacciante: i ragazzi avrebbero visto Singh Nardev come un bersaglio umano per provare l’efficacia dell’arma. "Hanno ritenuto delle persone equivalenti a degli oggetti", ha dichiarato il procuratore aggiunto Ciro Angelillis.
La crudeltà e l’apparente leggerezza con cui è stato commesso il delitto hanno sconvolto l’opinione pubblica, suscitando domande sulla perdita di empatia e umanità in un crimine così brutale.
Le indagini: tra telecamere e testimonianze
Le indagini della squadra mobile di Bari, guidate dal pm Matteo Soave, hanno fatto luce sui responsabili grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e alla testimonianza di un collaboratore di giustizia. Quest’ultimo, parente di uno degli aggressori, ha svelato la storia dell'acquisto della pistola e ha aiutato a ricostruire la sequenza degli eventi. L’arma, però, non è ancora stata recuperata, e il rivenditore è attualmente indagato per ricettazione.
Una comunità in lutto e in cerca di giustizia
La morte di Singh Nardev ha scosso profondamente la comunità locale e internazionale. Singh era parte di un gruppo di persone emarginate che cercavano rifugio nei casolari abbandonati della zona. La sua morte richiama l’urgenza di affrontare i problemi di esclusione sociale, mentre le autorità lavorano per garantire giustizia.
Questa tragedia ci spinge a riflettere sul valore della vita umana e sull’importanza di prevenire episodi di violenza gratuita e immotivata.