Strage Borsellino, il gip: «Lo Stato è sotto accusa per il depistaggio fatto dai poliziotti»
Nuova Accusa Contro lo Stato per il depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio in corso a Caltanissetta
La strage di via D'Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992 e costata la vita al giudice Paolo Borsellino, continua a essere al centro di accese controversie legali e indagini.
Per la seconda volta, Palazzo Chigi e il Viminale sono stati riconosciuti come responsabili civili nel procedimento per il depistaggio delle indagini, questa volta a Caltanissetta.
La decisione è stata presa dal gip nisseno durante l’udienza preliminare che coinvolge quattro poliziotti palermitani, accusati di aver mentito sul coinvolgimento del falso pentito Vincenzo Scarantino.
Le Accuse ai Poliziotti
I quattro poliziotti imputati — Maurizio Zerilli, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi e Angelo Tedesco — sono accusati di aver inquinato le indagini sul caso, fornendo false testimonianze e contribuendo a un sistema di depistaggio che ha ostacolato la verità sull’attentato. Se condannati, il ministero dell’Interno e la presidenza del Consiglio saranno ritenuti responsabili per i risarcimenti legati ai danni subiti dai familiari delle vittime. Questa circostanza evidenzia come lo Stato possa essere chiamato a rispondere non solo per l'omicidio del magistrato, ma anche per le conseguenze del depistaggio delle indagini.
La Storia di un Depistaggio Ingiustificato
Nel 2018, Palazzo Chigi e il Viminale erano già stati citati come responsabili civili in un caso analogo, quando i mafiosi condannati ingiustamente per la strage si erano costituiti parte civile. Questo scenario ha messo in evidenza la responsabilità dello Stato non solo nel garantire la giustizia, ma anche nel proteggere i cittadini dai fallimenti delle istituzioni. La nuova citazione, avanzata dai figli di Paolo Borsellino, segna un ulteriore passo verso il riconoscimento delle colpe e delle mancanze che hanno caratterizzato le indagini sull’omicidio.
Il Rifiuto del Gip
Nonostante l’ampliamento delle responsabilità, il gip ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile presentata da Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso. Questa decisione ha sollevato interrogativi su come la famiglia Borsellino continui a affrontare il lungo e doloroso percorso della giustizia, e sulla necessità di mantenere viva la memoria del sacrificio del giudice.
Un Passo Verso la Verità
Questa nuova udienza rappresenta un momento cruciale per il processo di ricerca della verità sulla strage di via D'Amelio. La strage rimane un simbolo del conflitto tra Stato e mafia e del lungo cammino verso la giustizia. La presenza di Palazzo Chigi e del Viminale nel procedimento è un segno chiaro che le istituzioni non possono sottrarsi alle proprie responsabilità e che è fondamentale garantire che i cittadini possano fidarsi di chi ha il compito di proteggere e servire. La lotta contro l'impunità e il depistaggio delle indagini deve continuare, affinché casi come quello di Paolo Borsellino non rimangano una ferita aperta nella coscienza collettiva del Paese.