ottavia piana

Per salvare Ottavia Piana, speleologa bresciana di 32 anni, sono stati necessari 159 soccorritori provenienti da 13 regioni italiane. La complicata missione, durata circa 80 ore, è culminata nella notte tra lunedì e martedì con l'uscita di Ottavia dalla grotta "Abisso Bueno Fonteno" su una barella, trasferita poi all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo con un elicottero partito da Sondrio.

Tecniche avanzate e lavoro preventivo

L'ultimo tratto della grotta è stato percorso più velocemente del previsto grazie al lavoro svolto in precedenza dai disostruttori, specialisti che hanno rimosso ostruzioni naturali nei cunicoli. Questo intervento preventivo ha permesso di evitare tempi più lunghi. I sanitari, inoltre, hanno scelto di minimizzare le pause per garantire che Ottavia fosse trasportata fuori dalla grotta in tempi rapidi.

Il contributo di Ottavia stessa

Come raccontato da Corrado Camerini, delegato lombardo del Soccorso Alpino, Ottavia è stata fondamentale nel mantenere alto lo spirito dei soccorritori:
"Nell'ultimo tratto ci dava lei la carica."
Questa forza e resistenza dimostrate dalla speleologa hanno rappresentato un elemento cruciale per il successo dell'operazione.

Un intervento complesso e collettivo

Gli sforzi del Soccorso Alpino, dei vigili del fuoco e dei disostruttori hanno reso possibile l’uscita della speleologa dopo essere rimasta bloccata in condizioni difficili. Federico Catania, uno dei soccorritori, ha spiegato come ogni intervento in grotta sia diverso da quelli in montagna, richiedendo modalità e tempistiche uniche.

Solidarietà e impegno collettivo

Ottavia è stata soccorsa in un contesto complicato, dove percorrere i cunicoli della grotta richiede tecniche specifiche e strumenti specializzati. Il successo dell’operazione è un simbolo della preparazione e dell’efficacia del Soccorso Alpino italiano, che è tra i più efficienti a livello europeo.

La speranza per il futuro

Ottavia è ora in condizioni cliniche stabili ma con traumi significativi alla schiena, al viso e a una gamba. I soccorritori e i familiari sono fiduciosi in un recupero positivo. La comunità è unita nel supportare questa eroica missione che ha dimostrato non solo l'efficacia delle tecniche di soccorso ma anche il valore della collaborazione tra diverse regioni e professionisti.

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