Ristrutturazione, salvo lo sgravo: bonus resta al 50% per la prima casa
Il governo rivede la misura delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione, confermando alcune agevolazioni e modificando le aliquote per le seconde case.
Nella Legge di Bilancio 2024, il governo ha deciso di fare una parziale retromarcia riguardo al bonus ristrutturazione. Sebbene venga mantenuta l'aliquota al 50% per gli interventi sulle prime case fino al 2025, dal 2026 in poi questa scenderà al 36%. Per le seconde case, invece, la riduzione dell'aliquota al 36% partirà già dal 2024, e scenderà ulteriormente al 30% nei due anni successivi (2026 e 2027). Tuttavia, il tetto di spesa massimo per la detrazione rimarrà invariato, fissato a 96.000 euro, indipendentemente dalla tipologia di immobile.
Il Bonus Mobili e Altri Incentivi
Viene confermata anche per il 2024 la proroga del Bonus Mobili, che permette di detrarre parte della spesa per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all'arredo di immobili ristrutturati. Oltre a ciò, sono stati rinnovati altri incentivi come l'Ecobonus (per la prima casa con aliquota al 50%), il Sismabonus Acquisti, e il Superbonus, ma quest'ultimo sarà valido solo con la presentazione della CILAS entro il 15 ottobre 2024. Tuttavia, l'efficacia del Superbonus è messa in discussione a causa delle lunghe e complesse procedure e delle limitazioni su cessione del credito e plusvalenze.
Restrizioni per il Bonus Ristrutturazioni
Il bonus ristrutturazione, introdotto nel 1998 dal governo Prodi, è stato utilizzato per lavori su almeno 19 milioni di immobili, generando un impatto significativo sul settore edile. Con le nuove modifiche, la detrazione sarà concessa solo ai proprietari dell'immobile, applicando la stessa restrizione che è stata introdotta nel 2023 per il Superbonus relativo alle villette. I familiari conviventi non potranno più usufruire della detrazione, come specificato dalla circolare 13/2023 dell'Agenzia delle Entrate.
L'Aumento delle Rendite e le Modalità di Calcolo
Una delle questioni in sospeso riguarda l'aumento delle rendite catastali degli immobili ristrutturati con l'uso dei bonus. Gli esperti attendono ulteriori chiarimenti su come calcolare l'incremento di valore degli immobili, specialmente per i lavori che comportano il miglioramento dell'efficienza energetica. La legge stabilisce che se i costi di ristrutturazione superano il 15% del valore dell'immobile, si dovrà procedere alla riclassificazione catastale. Tuttavia, resta da chiarire come applicare correttamente queste regole, che prevedono il ricalcolo dei costi utilizzando valori risalenti agli anni '80.
Le Sanzioni e il Bonus Mutui
Un altro aspetto che preoccupa i contribuenti è il nodo delle sanzioni per chi non ha adeguato la rendita catastale dopo i lavori. Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio prevedono una scadenza di 30 giorni dalla fine dei lavori per richiedere l'adeguamento, ma la misura è stata finora poco applicata. Infine, per supportare l'accesso alla proprietà della casa, è stato rifinanziato fino al 2027 il fondo Consap per i mutui agevolati, destinato soprattutto ai giovani e alle categorie disagiate, in un contesto di tassi di interesse in calo.