Saman, il pm: «Come una vittima di mafia»
Nel corso del processo per l'omicidio di Saman Abbas, il procuratore di Reggio Emilia, Gaetano Paci, ha espresso parole forti riguardo alla mancanza di pietà nei confronti della giovane vittima. Nessuno dei protagonisti, a partire dal padre, sembra aver mostrato un reale sentimento di umana pietà, se non in modo strumentale o capzioso, secondo quanto affermato dal procuratore.
Durante la requisitoria, il pm ha sottolineato la necessità di una sentenza che abbia un "senso restitutorio dell'oltraggio alla vita" compiuto con l'omicidio barbaro e brutale di Saman Abbas, avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara.
Il processo
Imputati Shabbar Abbas, padre della giovane, e altri quattro familiari, accusati di aver ucciso Saman a causa della sua ribellione alle imposizioni familiari riguardo a un matrimonio combinato. Nonostante la mancanza di una "prova regina" sul momento esatto dell'omicidio, la pm Laura Galli ha sottolineato l'esistenza di una pluralità di elementi di prova oggettivi provenienti da varie fonti.
Uno di questi elementi rappresentato da una pala trovata a casa degli imputati, utilizzata presumibilmente per scavare la fossa in cui è stata sepolta la vittima. La pm ha definito questa pala come la "firma dell'omicidio." La perizia medico legale ha indicato l'asfissia come causa della morte, con segni di strangolamento o strozzamento.
Il procuratore Paci Saman voleva soltanto vivere la sua vita liberamente
Ma ha pagato un prezzo terribile per la sua ribellione. La figura di Saman paragonata a quella delle donne vittime della mafia che osano sfidare le logiche oppressive dei loro contesti familiari.