ROMA. Elena non ce l'ha fatta. La 18enne investita e uccisa sulla Nomentana è morta dopo due giorni di agonia. "Sono distrutto, fino alla fine ho sperato che ce la facesse. Ora voglio solo pensare alla mia famiglia, sull’incidente aspettiamo l’esito delle indagini".
Roma, la morte di Elena Baruti
A parlare per la prima volta in un'intervista a Il Messaggero è Andrea Baruti, il papà di Elena. Per due giorni i medici hanno tentato di salvarla.
Tantissimi gli amici che avevano risposto all’appello della famiglia per la donarle il sangue. Ma la ragazza ieri mattina alle 11 ha smesso di respirare. Nel primo pomeriggio, è arrivato il consenso sulla donazione degli organi.
Da ieri la procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale. "L’indagine è complessa" dicono i caschi bianchi del gruppo Parioli diretti dal comandante Paolo Bernardi.
I periti stanno visionando le telecamere dell’attraversamento pedonale sulla via Nomentana, all’altezza di via Sant’Agnese, dove Elena insieme a due amici giovedì stava attraversando per rientrare a casa, quando l’Audi l’ha travolta.
L'impatto poi la tragedi. L'auto viaggiava ad una velocità molto sostenuta
"A causa dell’impatto è stata sbalzata per diversi metri" spiegano i vigili. Intanto l’automobilista che per primo si è fermato a chiamare i soccorsi, da ieri è indagato per omicidio stradale.
Secondo quanto accertato, viaggiava in direzione Porta Pia quando ha investito la vittima. Gli investigatori hanno già disposto il sequestro della macchina e del cellulare: l’indagine dovrà accertare a che velocità viaggiava al momento dell’impatto. Il sospetto, è che fosse molto sostenuta.
Mentre per oggi sono attesi i risultati dell’alcol test. E sempre oggi, verranno ascoltati i due amici che si trovavano insieme alla studentessa. Ma la svolta, secondo chi indaga, è nelle immagini di video sorveglianza.
Non ci sono solo quelle dell’attraversamento pedonale lungo la Nomentana: "Abbiamo le immagini da ogni angolazione, saranno determinanti". Fonte: Il Messaggero
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