Inchiesta ultrà, la Procura: «L'Inter di fatto finanziava i capi della curva»
I dettagli sull'infiltrazione nel club. Il faccia a faccia con Lukaku
L'inchiesta condotta dalla Procura di Milano ha sollevato seri interrogativi sulla gestione dei rapporti tra il club calcistico Inter e i gruppi ultrà, in particolare con Marco Ferdico, il capo ultrà recentemente arrestato.
Secondo la Procura, l’Inter, cedendo alle pressioni esercitate da Ferdico e da altri esponenti della curva, avrebbe di fatto finanziato le loro attività.
Queste accuse emergono dalla richiesta di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 19 persone legate agli ultras dell’Inter e del Milan.
Le accuse mosse dalla Procura
Nella richiesta di custodia cautelare, la Procura sottolinea che l'Inter si trova di fronte a un problema organizzativo di vasto respiro. “È necessario rimuovere quelle situazioni tossiche che hanno creato un ambiente favorevole al verificarsi di atti illeciti,” si legge nel documento. Gli inquirenti avvertono che semplicemente allontanare le figure di vertice non basta per risolvere la questione, poiché il sistema attuale permetterebbe ai “nuovi arrivati” di ripetere le stesse condotte dei loro predecessori.
La cultura di impresa dell'Inter
La Procura ha evidenziato una “cultura di impresa” all’interno dell’Inter, un insieme di regole e convenzioni tacite che, secondo i pm, hanno facilitato l’infiltrazione di soggetti indagati per gravi reati nella struttura del club. La situazione attuale non può essere spiegata solo dalle azioni di singoli individui, ma riflette un problema più ampio legato alla gestione dell'intera organizzazione.
Le pressioni dei tifosi sulla società
Il comportamento dei vertici della curva Nord ha mostrato un uso strategico di metodi di pressione per ottenere maggiore accesso ai biglietti. Secondo l'atto della Procura, gli ultras hanno utilizzato ogni mezzo, anche plateali proteste pubbliche, per far sentire la loro voce alla dirigenza. Ad esempio, il 7 aprile 2023, dopo un deludente pareggio con la Salernitana, Ferdico e Matteo Norrito, entrambi tra gli arrestati, hanno avuto un incontro diretto con il calciatore Romelu Lukaku per discutere delle performance della squadra. Questo faccia a faccia è stato considerato dai pm come un tentativo di esercitare “indebite pressioni” sul club.
La reazione mediatica e la strategia degli ultras
L’incontro tra Lukaku e gli ultras è stato documentato da una fotografia che ha fatto il giro dei quotidiani sportivi, attirando attenzione mediatica sulla situazione. Ferdico ha successivamente rilasciato un'intervista in cui si presentava come "responsabile" e affermava che il suo intento era quello di esercitare una pressione pubblica sul club per migliorare le prestazioni della squadra.
Le proteste legate ai biglietti
Un'altra forma di protesta significativa si è verificata il 26 aprile dell'anno scorso, poco prima di Juventus-Inter, quando gli ultras hanno rimosso uno striscione che recitava “Curva Nord Milano” per segnalare la loro intenzione di non tifare durante la partita. Questo gesto aveva lo scopo di richiamare l’attenzione della dirigenza sulla questione dei biglietti e sulla gestione delle relazioni tra il club e i tifosi.
L'inchiesta sugli ultras dell’Inter mette in luce una situazione complessa e problematica che coinvolge la gestione del club e le dinamiche tra la società e i gruppi di tifosi. Le accuse di finanziamento diretto dei capi ultras e le modalità con cui questi ultimi hanno cercato di influenzare le decisioni della dirigenza pongono interrogativi sul futuro della relazione tra il club e i suoi tifosi. Le autorità continueranno a indagare per comprendere appieno l'estensione delle infiltrazioni e delle attività illecite all'interno dell'ambiente calcistico.