Christian, aggredito a calci e pugni da coetanei a Sorrento. La mamma: «Poteva perdere occhio»
Il ragazzo pestato dal branco per una questione di gelosia: aveva riaccompagnato a casa la ex fidanzata di uno di loro

Sorrento. Una vicenda di violenza cieca e gratuita ha sconvolto la comunità di Sorrento e il resto d’Italia. Lo scorso 16 ottobre, Christian, un ragazzo di 18 anni, è stato brutalmente aggredito da un branco di sei coetanei. Il motivo? Aveva riaccompagnato a casa l’ex fidanzata di uno di loro.
La dinamica dell’aggressione
L’aggressione è avvenuta senza preavviso. Christian è stato accerchiato dai sei ragazzi, tutti appartenenti a famiglie benestanti della “Napoli bene”. Dopo essere stato colpito ripetutamente al volto, è caduto a terra, ma la violenza non si è fermata: i giovani hanno continuato a colpirlo con calci e pugni anche mentre era inerme.
L’aggressione gli ha causato gravi danni fisici, tra cui la frattura della mandibola e dello zigomo. La madre di Christian, Alessandra, ha raccontato con voce tremante:
«Mio figlio lo avevano ridotto a un mostro. Stava perdendo un occhio. Noi lo abbiamo scoperto solo il giorno dopo, quando è uscito per andare a scuola».
Le condizioni di Christian oggi
Dopo l’aggressione, Christian è stato sottoposto a diverse operazioni chirurgiche e ha iniziato un lungo percorso di riabilitazione. Alessandra, visibilmente provata, ha spiegato:
«La sua storia clinica è ancora complessa, quello che lo aspetta nei prossimi mesi è difficile, sia fisicamente che psicologicamente».
Il giovane deve affrontare un lungo periodo di cure mediche e di supporto psicologico per superare il trauma dell’aggressione. Nonostante le difficoltà, la famiglia cerca di mantenere una speranza per il futuro.
Le conseguenze per il branco
I sei aggressori sono stati arrestati e posti agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni personali aggravate. La vicenda ha sollevato un ampio dibattito sulla necessità di educare i giovani al rispetto degli altri e sulle responsabilità delle famiglie e della società in generale.
Alessandra, pur devastata, si augura che questi ragazzi possano imparare qualcosa da quanto accaduto:
«Spero che capiscano il dolore che hanno causato e che siano recuperabili, perché loro rappresentano la società del domani».
Il messaggio della mamma
La testimonianza di Alessandra è un grido di dolore ma anche di speranza. Parlando con i principali quotidiani italiani, tra cui il Corriere della Sera e il Mattino, ha ribadito quanto sia fondamentale trasmettere ai giovani i valori del rispetto e della convivenza civile:
«La vita degli altri va rispettata. Come mamma, non sto bene. Mi sto facendo forza per sostenere mio figlio e la nostra famiglia, ma il percorso è lungo. Voglio credere che, da questa tragedia, possano nascere consapevolezza e cambiamento».
Una riflessione sulla violenza tra i giovani
La vicenda di Christian riaccende i riflettori su un problema sempre più frequente: la violenza tra i giovani, spesso scatenata da motivi futili o da dinamiche di gruppo. Educatori, istituzioni e famiglie sono chiamati a un ruolo attivo per prevenire episodi come questo e garantire che i ragazzi comprendano il valore della vita umana e del rispetto reciproco.
La storia di Christian è un monito per tutti: le conseguenze della violenza si riversano non solo sulle vittime, ma sull’intera comunità.