L'Italia cambia colore. Le Regioni del Nord protestano contro gli aspetti più limitativi del nuovo Dpcm. Mentre arriva l'ordinanza di Speranza che sposta dal 6 dicembre altre 5 Regioni in area gialla (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria). Solo l'Abruzzo resta rosso, 12 Regioni sono gialle e 8 arancioni.
Intanto in Calabria il fondatore di Emergency Gino Strada annuncia la realizzazione a Crotone del primo reparto Covid, con 31 posti letto.
Speranza: "Non abbassare la guardia"
Anche se mezza Italia torna gialla, non è ancora il momento di abbassare la guardia e allentare le misure restrittive perché un errore oggi porterebbe ad una terza ondata a gennaio.
"Serve ancora qualche altro sacrificio", ribadisce il ministro della Salute, Roberto Speranza, incalzato dalle Regioni che continuano a chiedere al governo di rivedere le scelte sul divieto di spostamento tra i comuni imposto a Natale, Santo Stefano e Capodanno.
Ben 11 Regioni e la provincia di Trento in zona gialla
Il primo giorno del nuovo Dpcm vede dunque l'Italia cambiare nuovamente colore e tingersi di giallo. Ben 11 Regioni che entrano nella zona con le restrizioni più blande a partire dal 6 dicembre.
A Sicilia, Liguria, Lazio, Molise, Sardegna, Veneto e provincia di Trento si aggiungono Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Puglia e Umbria.
Quattro nuove Regioni arancioni
Con la nuova ordinanza firmata dal ministro Speranza diventano invece arancioni Campania, Toscana, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano, che vanno ad aggiungersi a Calabria, Lombardia, Piemonte e Basilicata, che già la settimana prossima potrebbero diventare gialle.
Nelle 4 nuove Regioni arancioni
Da domenica sarà possibile riaprire i negozi ma dovranno rimanere in quella fascia per due settimane: il 18 dicembre, se i dati confermeranno il trend, entreranno anche loro nella zona con le minori restrizioni.
Unica Regione rossa resta l'Abruzzo
Resta invece rossa, unica regione italiana, l'Abruzzo. "Il nostro obiettivo - dice il presidente Marco Marsilio - è passare in zona arancione entro e non oltre l'8 dicembre così da permettere la riapertura dei negozi a pieno regime e nel momento più importante, cioè quando si apre la stagione del Natale".
Spostamenti a Natale
Regioni in pressing sul governo Preoccupazione condivisa da buona parte dei presidenti di Regione che tornano in pressing sul governo affinché modifichi i divieti imposti per le feste.
Il più duro è il governatore calabrese Nino Spirlì che definisce le chiusure un "atto quasi criminale", mentre Luca Zaia è convinto ci siano "margini" per convincere il governo: "A Natale siamo tutti più buoni e quindi spero in un ravvedimento del governo".
C'è il rischio esodo di massa dal Nord
Al problema delle famiglie divise se ne aggiunge poi un altro, il rischio esodo di massa dal Nord. "il 19 e 20 dicembre - dice Fontana - rischiamo di rivedere quello che successe nella notte tra il 7 e l'8 marzo", poche ore prima della chiusura dell'Italia.
Un timore che sembrerebbe trovare conferma in un dato: Alitalia ha visto schizzare le prenotazioni con un incremento del 50% tra il 17 e il 20 dicembre.
Sarà possibile il ricongiungimento delle coppie che vivono distanti
Con le Faq del governo e' probabile comunque che vengano chiariti una serie di dubbi proprio sugli spostamenti - verrà ad esempio ribadito che sarà possibile raggiungere anche il giorno di Natale un anziano solo o non autosufficiente e sarà possibile il ricongiungimento delle coppie che vivono distanti - ma la linea di palazzo Chigi non cambierà.
"Sarebbe bello dire 'togliamo ogni limitazione, ognuno può tornare alla propria normalità' - ripete Speranza - Ma non diremmo la verità e ci troveremmo a pagare un prezzo enorme".(Tgcom24/Adnkronos)
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