GREEN PASS. Sono circa 11 milioni gli italiani sopra i dodici anni che saranno costretti a rinunciare a sedersi al tavolo in bar e ristoranti al chiuso.
Qui potranno trovare posto solo le persone che hanno avuto almeno una somministrazione di vaccino tra quelli approvati da Ema e Aifa.
In alternativa esse dovranno essere guarite dal Covid nei sei mesi precedenti o hanno un tampone negativo.
E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti diffusa in occasione dell'entrata in vigore dell'obbligo del green pass per ristoranti al chiuso.
Questo per i bar, bancone escluso e poi cinema, teatro, musei, palestre, sagre, stadi, congressi e grandi eventi.
La misura - sottolinea la Coldiretti - interessa circa 360mila ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi dei quali solo poco piu' della metà dispone di spazi all'aperto dove tuttavia sono notevolmente aumentati i coperti grazie alle flessibilità concessa sull'utilizzo degli spazi pubblici.
Intanto Sterilgarda minaccia i propri dipendenti: “Senza Green Pass sarete sospesi”
In epoca di Covid ha certamente un ruolo primario la volontà di evitare ulteriori contagi, non tutti però sono a favore di un vaccino su cui ci sono ancora dei dubbi.
Oltre al Green Pass per i ristoranti, ci sono alcune aziende però, come la Sterilgarda mettono i propri dipendenti in condizioni di non poter scegliere.
L’azienda in questione infatti avrebbe intenzione di sospendere tutti i propri dipendenti che non vogliono somministrarsi il vaccino. Certamente si tratta di una forte campagna di sensibilizzazione, ma a che prezzo?
A quel punto diventerebbe una scelta obbligata e, almeno fino a questo momento, non dovrebbe essere così. Ognuno può decidere per se stesso.
Mettere però un operaio in condizioni di non lavorare senza avere il Green Pass, come nel caso in questione della Sterilgarda, significa “O ti fai il vaccino o non guadagni”. Non ci sono altre alternative al momento.
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