Buona parte delle prove e dei reperti raccolti nella casa dove Giulia Tramontano è stata uccisa dal suo convivente e padre di suo figlio Thiago, Alessandro Impagnatiello, saranno inviati al Ris per un'analisi approfondita e per ottenere risultati più rapidi. La quantità di materiale da esaminare è considerevole e gli esperti di Parma lavoreranno in collaborazione con il reparto di investigazioni scientifiche interne ai Carabinieri. Questa la decisione presa dalla Procura.

Giulia Tramontano, Ris al lavoro per esaminare tutte le prove

La relazione finale dei Carabinieri si aggiungerà al fascicolo aperto sulla morte di Giulia e sarà determinante, insieme all'esito dell'esame tossicologico, per ottenere una chiara comprensione di come si è sviluppata la dinamica dell'omicidio. Si tratta di un caso risolto, con due vittime, Giulia e Thiago, e un assassino già detenuto.

Tuttavia, ci sarà un processo in Corte d'Assise in cui, per la determinazione della pena, verranno considerate le circostanze aggravanti. È quindi fondamentale ricostruire accuratamente gli eventi di quelle ore, al di là di quanto affermato dall'inattendibile Impagnatiello.

L'esame tossicologico fornirà informazioni su eventuali tracce di veleno per topi assunte da Giulia in dosi minime, somministrate dal suo compagno che sperava così di uccidere il feto e liberarsi da ciò che considerava un vero ostacolo alla sua libertà: il bambino, dal momento che Giulia lo aveva già lasciato. L'indagine, comprese le analisi degli oggetti raccolti, ricostruirà gli eventi precedenti e successivi all'omicidio, aspetti non del tutto chiari nella confessione del fidanzato, che ha fornito solo una serie di bugie, così come nella vita parallela che conduceva con un'altra donna.

Nonostante abbia affermato di averla uccisa "senza motivo" e "senza rabbia", l'autopsia ha evidenziato un accanimento, con almeno 37 coltellate inferte con violenza, di cui la prima letale alla carotide, che le ha impedito di urlare. Ha dichiarato di aver gettato il telefono di lei "in un tombino". Non è ancora venuto a galla. Le estese ustioni sul corpo, inoltre, hanno reso impossibile ai medici determinare l'ora della morte. Questo sarà un ulteriore elemento che gli investigatori cercheranno di analizzare per ottenere risposte sul momento del decesso. Un'altra risposta attesa riguarda le ore di vita del feto.

"Non sappiamo se lo stress dell'atto omicida abbia causato un aumento dell'ossitocina. Se il travaglio fosse iniziato, ci sarebbe una modifica dell'accusa", ha spiegato l'avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti. Proprio ieri, la sorella di Giulia, Chiara, ha scritto una lettera condivisa sui social media. "Solo il dolore della tua perdita mi fa sentire che il mio cuore batte ancora. Ed è una sofferenza. Sapere che siamo qui senza di te e Thiago, prigionieri del tempo e del dolore".

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