NAPOLI. Lanzotti, da Forza Italia a
Gaetano Manfredi «Per ridare alla città di Napoli un futuro migliore dopo il disastro di De Magistris».
Sono queste le motivazioni che hanno spinto l’ex coordinatore di Forza Italia ad unirsi, attraverso l’istituzione della lista civica
“Azzurri per Napoli”, nella coalizione del candidato sindaco del centrosinistra e
M5S Gaetano Manfredi.
Prima di inoltrarci nelle Comunali, facciamo un passo in dietro: oltre 20 anni di politica. I primi passi tra le “giovanili” dell’Udc e di Forza Italia. Ma chi è Stanislao Lanzotti e soprattutto quando nasce questa passione per la “res pubblica”?
«Ha detto bene, è una passione, che nasce da bambino. Voglio raccontarle un aneddoto: la mia primissima esperienza risale al quarto ginnasio, frequentavo il Liceo Umberto di Napoli insieme a Roberto Fico, il nostro attuale Presidente della Camera. Quella di Roberto fu la mia prima campagna in assoluto per eleggerlo rappresentante di classe. Oggi tra noi resta una grande e profonda amicizia, nonostante i percorsi politici differenti.
Stanislao Lanzotti, oltre ad essere un coordinatore, un responsabile, un consigliere comunale e tutto quanto si può dire e leggere sul mio conto, è un imprenditore, un costruttore per l’esattezza; e un padre di due bellissime bambine».
Lo scorso aprile le sue dimissioni da coordinatore cittadino di Forza Italia. Poi quella che molti suoi amici Berlusconiani hanno definito una “doccia fredda”: la coalizione col candidato sindaco del centrosinistra e M5S Gaetano Manfredi
«Veda io ho fatto una scelta, una scelta dettata dal mio senso di libertà. C’è stata una mutazione di quelle che erano le basi e i valori che costituivano quell’area alla quale io mi sono sempre sentito legato.
Che sia chiaro non rinnego affatto quella mia fede politica, anzi tutt’altro. Mi sono allontanato proprio per poter mantenere quella identità, che ha contraddistinto quelli della mia “generazione”, quelli che hanno conosciuto il Berlusconi del ’94 e che sentono la nostalgia di quel partito, di quegli anni.
Oggi rimanere legati a Forza Italia significa morire leghisti. E non lo dico io, basta guardare i fatti: Maresca pur dicendo di essere un civico, alla fine non è altro che un candidato di Matteo Salvini.
A Napoli purtroppo la cattiva gestione di alcune persone ha fatto sì che si creassero situazioni ancora complicate. Dopo il disastro Martusciello, senza l’appoggio della Lega, Forza Italia non riuscirebbe a prendere nemmeno un voto. E questo per quanto mi riguarda è opportunismo, qualcosa al quale non mi sono mai piegato.
Io ragiono e vivo la politica per passione, per sogni e per raggiungere obiettivi che vadano a migliorare la vita di ogni singolo cittadino. Rinunciare al mio impiego di coordinatore di Forza Italia ha significato anche rinunciare a piccoli vantaggi che questi incarichi offrono.
Ma ripeto è stata una scelta ed una decisione da me valutata ancor prima di qualsiasi coalizione. Non mi rispecchiavo più in quel partito ed ho deciso di abdicare. La mia – prosegue Lanzotti - non è stata un'operazione trasformista, ma che consente di trovare casa ai tanti che ritengono di non voler morire leghisti, populisti, manettari e giustizialisti, pur avendo votato da sempre un partito liberale e popolare come era FI prima».
Lanzotti, in merito alla “polemica” innescata con Maresca, cosa ci dice?
«Quella polemica tra me e Maresca è nato solo ed esclusivamente perché io volevo che fosse “civico”. Vede io faccio un discorso molto semplice: dove sono i Calenda, i Cristiani Moderati, Mastella, De Mita? Tutto questo mondo non potrà mai farsi mettere il cappello in testa dai populisti.
Io e Azzurri per Napoli
Vogliamo essere una cellula che possa ricostruire il centro, per fare politica, condividere le scelte e la maggioranza silenziosa dei cittadini che possano trovare casa, e sono certo che con la squadra che Manfredi riuscirà a mettere su e alla qualità dell’azione politica amministrativa che porterà avanti, possiamo farcela.
Maresca cosa fa?
Invece di parlare dei termini chiavi della città, punta solo sul nodo giustizia. Indubbiamente è un tema importante, ma non è l’unico. Questo è solo un presupposto. Di temi in questa città ce ne sono tanti e invece di vedere cosa fare, ci si perde a fare polemiche o peggio attacchi ad personam.
Io mi propongo come allenatore per costruire un progetto di città migliore che guardi soprattutto alla crescita anche economica. E ringrazio Manfredi per avermi ospitato, non me, ma le nostre idee che hanno trovato casa.
Abbiamo lanciato una campagna di manifesti in cui annunciamo i temi e abbiamo notato che sono piaciuti al centrodestra come l’utilizzo della risorsa mare di cui avevo già parlato con Manfredi, come pure di un utilizzo migliore del patrimonio immobiliare del Comune che può generare ricchezza.
E abbiamo fatto uno studio con cui si possono creare fino a centomila posti di lavoro veri, non pubblici e assistenziali ma con sviluppo terziario. Faccio solo un esempio giusto per intenderci.
Abbiamo 10 km di costa balneabile, ne utilizziamo solo un km. Perché non creare qualcosa di importante sia per i turisti che per i napoletani, ampliando ad esempio i trasporti via mare. E perché non provare a rivalutare anche la zona di San Giovanni a Teduccio?
Sono tutte cose che si possono fare e noi lo faremo. Alcuni dei miei ex “amici di partito”, non hanno alcun interesse per i cittadini, importa solo la loro paga (o “pagona” in caso di incarichi europarlamentari). Io vorrei fare un appello a tutti quei pochi ma ancora affezionati e onesti amici di Forza Italia, innamorati come me di quel Berlusconi del ’94, non possiamo affidarci ai leghisti».
C’è stata un’altra polemica che ha riguardato il suo amico Giuseppe Alviti, per quel “no” di Manfredi e per quel “qui pro quo” con lei, tanto da spingere provocatoriamente il su citato a richiederle un risarcimento…
«Alviti mi ha chiamato, ha compreso i suoi toni e ha compreso la mia bontà, i miei intenti. Gli mando un abbraccio».
Pare che Manfredi stia strizzando l’occhio a De Magistris, soprattutto in base alle sue ultime dichiarazioni di venerdì in merito alla questione lungo mare…
«Voglio assolutamente precisare questa cosa, in modo che non vi sia alcun equivoco. Io sono della Prima Municipalità e noi a Chiaia non permetteremo e non consentiremo lo scempio prodotto da De Magistris.
Così come Posillipo, che è un’opportunità, un orgoglio per tutta Napoli, De Magistris l’ha distrutto. Noi vinceremo e governeremo con un nuovo presidente a Chiaia. La movida dev’essere dislocata, c’è il diritto dei residenti di vivere in tranquillità.
Questo non vuol dire che non terremmo conto dei privati che lavorano, ma bisognerà sicuramente darsi degli orari. Per la movida, quella di tarda notte, proponiamo il Molo Lungo San Vincenzo, in stile Barcellona per intenderci. Un posto tranquillo dove anche i turisti potranno e avranno modo di divertirsi come vogliono.
La nostra non vuole essere una punizione per gli imprenditori del luogo, ma solo una giusta ed equa rivalutazione. E’ questo lo sforzo che chiediamo. Io, il medico e la cura per poter vincere a Chiaia con “Azzurri per Napoli”».
Una poltrona per troppi pretendenti: da Bassolino a Clemente, ma stando a quel che, soprattutto mediaticamente si legge e si vede, lo scontro vero e proprio sarà tra Manfredi e Maresca…
«Manfredi vincerà al primo turno, questa è la mia previsione. Non ci sarà alcun ballottagio con Maresca. Per quanto concerne Bassolino, ci siamo credo tutti legati, è quella figura romantica che ci fa piacere ricordare, ma non credo che riesca a replicare il passato.
E ancora aggiunge Lanzotti
Per quanto riguarda la Clemente la apprezzo umanamente, ma purtroppo pesa non poco sulle sue spalle, la catastrofe De Magistris e credo che lei lo abbia capito perfettamente. Io amo la politica e mi piace molto quella sua voglia e le faccio i miei in bocca al lupo, ma sarà massacrata da queste elezioni a causa del disastro creato da Dema».
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