BRESCIA. Il gip del tribunale cittadino ha condannato la donna per omicidio colposo ai danni di una piccola bambina che era morta nel 2018.
La piccola, in particolare, era morta nel 2018 a causa di un’infezione derivata da un’otite non curata. Il padre della vittima: “Con questa sentenza otteniamo almeno un po’ di giustizia”
Il gip del tribunale di Brescia ha condannato a due anni per omicidio colposo la pediatra di Nicole Zacco, la bambina di quattro anni morta nel 2018 a causa di un'infezione derivata da un'otite non curata (LA VICENDA).
I consulenti medici della procura di Brescia, a proposito dell’imputata, avevano scritto: "Superficiale e poco accorta. Ha abbattuto pesantemente le probabilità di sopravvivenza della bambina".
L'avvocato della dottoressa bresciana aveva chiesto l'assoluzione per la sua cliente, al fine di scagionarla da ogni accusa nei suoi riguardi.
"Nessuno mi ridarà indietro mia figlia, ma con questa sentenza otteniamo almeno un po' di giustizia per quanto è accaduto" ha commentato il padre della bambina, presente in aula.
L'antefatto di Brescia
La bimba di 4 anni perse la vita quel tremendo giorno del 5 aprile 2018, precisamente all’Ospedale civile di Brescia.
La piccola era arrivata nella struttura il 31 marzo dello stesso anno già in gravi condizioni ed è morta a causa delle complicanze di un’otite.
Da una banale infiammazione era infatti insorto un ascesso della fossa cranica posteriore, che è stato poi la causa del decesso, come appurato dai chirurghi che l’hanno operata.
La piccola, che all'epoca da un mese e mezzo aveva febbre e dolori al collo, era stata portata prima all’ospedale di Manerbio e poi alla Poliambulanza per una visita, senza essere ricoverata.
Allora i genitori, secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia, hanno portato la piccola, le cui condizioni sono apparse molto gravi, a Brescia, dove è deceduta nel pomeriggio di giovedì nel reparto di Rianimazione pediatrica.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva deciso di inviare gli ispettori ministeriali per fare chiarezza su quanto accaduto nelle strutture coinvolte.
Il caso della bambina è stato segnalato alla Procura che aprì un’inchiesta, in quel momento momento senza indagati.
I genitori decisero in quell'occasione di donare i suoi organi, per cui fegato e reni furono espiantati e andarono a tre bambini diversi (SkyTg24).
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