Roberta Siragusa, bruciata viva dall’ex fidanzato: confermato l’ergastolo per Pietro Morreale
Il diciannovenne Pietro Morreale è stato confermato all'ergastolo per l'omicidio di Roberta Siragusa, avvenuto la notte tra il 23 e il 24 gennaio 2021. Il processo di appello, avviato lo scorso 9 ottobre, ha confermato le accuse di omicidio aggravato e occultamento di cadavere.
L'aula del processo era gremita di parenti e amici di Roberta Siragusa, compresi il padre, la madre, il fratello, la nonna, zia, cugini e numerosi amici della vittima. In primo grado, Morreale condannato anche al risarcimento del danno nei confronti della famiglia della vittima.
La madre, Iana Brancato, sarà risarcita con 225 mila euro; il padre, Filippo Siragusa, con 229 mila euro; il fratello Dario, con 209 mila euro; e la nonna Maria Barone, con 117 mila euro. Inoltre, Morreale dovrà versare una provvisionale esecutiva di 15 mila euro al Comune di Caccamo.
Il corpo di Roberta Siragusa
Fu ritrovato parzialmente carbonizzato il mattino del 24 gennaio 2021 lungo le pendici del Monte San Calogero. Gli investigatori inizialmente sorpresi dal fatto che non vi fossero tracce di incendio vicino al cadavere. Successivamente, emersero dettagli cruciali grazie alle telecamere di sorveglianza. Le registrazioni mostrarono la terribile scena in cui la giovane bruciava, con l'auto di Morreale parcheggiata a poca distanza. Un altro impianto di videosorveglianza immortalò l'auto di Morreale che per due volte avrebbe percorso la zona delle pendici del Monte San Calogero.
Il diciannovenne imputato aveva sostenuto che la ragazza si era data fuoco da sola. Tuttavia, ulteriori indagini hanno portato alla scoperta del luogo effettivo dell'omicidio, vicino al campo sportivo di Caccamo, dove trovati segni di un rogo e oggetti appartenenti alla vittima, come le chiavi di casa.