La situazione
Dopo i fermi dei due presunti assassini del 17enne Nicholas Di Martino, adesso è caccia agli autori dell'agguato di vendetta contro il 21enne Salvatore Pennino. Indagini serrate e controlli a tappeto, a Gragnano, dove da inizio settimana è altissimo il rischio di una faida di camorra.
Le forze dell'ordine stanno presidiando notte e giorno tutte le strade principali della città. Gli investigatori sono sulle tracce dei presunti autori anche della sparatoria avvenuta circa un'ora dopo la rissa a coltellate, costata la vita al 17enne, nipote del boss ergastolano Nicola Carfora.
I giovani fermati
Il 18enne Maurizio Apicella e il 21enne Ciro Di Lauro detenuti nel carcere di Secondigliano perché accusati in concorso dell'omicidio di Nicholas e del tentato omicidio del cugino 30enne Carlo Langellotti. Gli investigatori ora stanno chiudendo il cerchio sul quel secondo episodio, secondo gli inquirenti una chiara risposta all'uccisione del 17enne, considerato che Pennino (ferito di striscio a un polso) è ritenuto vicino ai rampolli del clan Di Martino e della famiglia Apicella.
In piena sinergia, polizia e carabinieri stanno collaborando nelle indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, con il pm Giuseppe Cimmarotta che questa mattina sosterrà l'accusa. Apicella (assistito dagli avvocati Giuliano Sorrentino e Carlo Taormina) e Di Lauro (avvocato Francesco Romano) saranno davanti al giudice per l'interrogatorio e per la convalida del fermo.
Il movente
Nicholas sarebbe stato ucciso per un'invasione di territorio, uno sgarro che aveva portato già ad alcune liti nei giorni scorsi. Azione che avrebbe spinto Apicella ad armarsi per sferrare l'attacco alla prima occasione utile. Uno scontro tra bande rivali, che ha spinto l'Antimafia ad accelerare, alla ricerca di tutti i partecipanti ai vari scontri in stile Gomorra culminati in quella notte di follia, sangue e morte.
Intanto, dopo l'autopsia, la salma di Nicholas sarà restituita ai familiari per i funerali, che saranno quasi certamente vietati dalla Prefettura per motivi di ordine pubblico e ristretti ai parenti più intimi del ragazzino. Nel frattempo, nei pressi dell'abitazione del 17enne sono stati affissi striscioni e gigantografie con le foto del giovane. «Solo che non doveva andar così. Non sarà più vita senza il tuo sorriso. Sei il nostro Angelo, il più bello del Paradiso» hanno scritto i parenti e ancora «chi vive nel cuore di chi resta non muore mai». (Il Mattino)
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