pasquale punzo

Proseguono le indagini sulla drammatica esplosione avvenuta a Ercolano nella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio, che ha causato la morte di tre giovani. Al centro dell’inchiesta c’è Pasquale Punzo, ritenuto responsabile dalla Procura di Napoli, nonostante l’immobile fosse intestato alla figlia di soli 13 anni. La vicenda ha suscitato un’ondata di indignazione e attirato l’attenzione pubblica.

Un’esplosione mortale

Secondo i primi accertamenti, l’esplosione sarebbe stata causata dalla manipolazione di polvere pirica di scarsa qualità. Samuel Tafciu, 18 anni, maneggiava il materiale esplosivo, mentre le gemelle Sara e Aurora Esposito, 26 anni, lavoravano alla chiusura dei botti. I fuochi, in gran parte illegali, erano destinati al mercato nero. Le vittime, tutte giovanissime, lavoravano senza alcuna protezione in un ambiente altamente pericoloso.

L’indagine e i sospetti

La Procura di Napoli, sotto il coordinamento dei procuratori Pierpaolo Filippelli e Simona Di Monte, ha aperto un’inchiesta per omicidio plurimo e disastro. La PM Stella Castaldo ha posto Pasquale Punzo al centro delle indagini, valutando anche la posizione della sua convivente. L’area, ora sotto sequestro, è stata messa in sicurezza per consentire ulteriori accertamenti. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dello scoppio e le responsabilità dietro questa tragedia.

Produzione di “Kobra” illegali

Nella fabbrica abusiva si producevano i cosiddetti “Kobra,” candelotti pirotecnici particolarmente potenti e spesso utilizzati per scopi illegali. Solo nelle scorse settimane, i carabinieri avevano sequestrato 154mila pezzi simili a Francolise, nel Casertano. La pericolosità di questi ordigni, unita alla totale mancanza di sicurezza nella loro fabbricazione, rende il caso di Ercolano un esempio emblematico dei rischi legati al mercato sommerso dei fuochi d’artificio.

La storia della casa di Contrada Patacca

L’immobile dove si trovava la fabbrica abusiva non è nuovo alle cronache. Pasquale Punzo era già diventato noto sui social per essersi barricato al suo interno per protestare contro un inquilino moroso. La vicenda, seguita in diretta dai canali di Pino Grazioli, aveva sollevato dibattiti sull’occupazione abusiva e sulla difficoltà di sfrattare gli inquilini non paganti. Dopo l’esplosione, inizialmente si era temuto che Punzo e la sua famiglia fossero tra i dispersi, fino a quando l’uomo non si è presentato dai carabinieri con il suo avvocato, evitando però di rilasciare dichiarazioni.

Evacuazione e ritorno a casa

L’esplosione ha reso necessaria l’evacuazione di dieci famiglie residenti nelle vicinanze. Nel tardo pomeriggio, con l’area messa in sicurezza, i vicini sono stati autorizzati a rientrare nelle loro abitazioni. La tragedia ha però lasciato un segno profondo nella comunità, che chiede chiarezza e giustizia per le vittime.

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