Neonata rapita a Cosenza: la lettera di Rosa Vespa al marito
«Moses, perdonami per quello che ti ho fatto». L'ombra della gravidanza isterica e la lettera
Arresti domiciliari: questa la richiesta avanzata dall'avvocato Teresa Gallucci al tribunale del Riesame per Rosa Vespa, la donna di 51 anni accusata di aver rapito la piccola Sofia dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza. Rosa si trova in carcere dal 21 gennaio, giorno del rapimento della neonata, che aveva solo 36 ore di vita.
Moses Omogo: "Pensavo mi accusassero perché nero, ma la perdonerò"
Moses Chiediebere Omogo, marito di Rosa, è stato arrestato con lei poche ore dopo il rapimento, mentre festeggiavano con alcuni parenti l’arrivo di Ansel, il figlio che avevano annunciato mesi prima. Tuttavia, le indagini hanno evidenziato che Moses potrebbe essere estraneo al piano, tanto che il tribunale di Cosenza ha disposto la sua liberazione. Resta, però, sotto inchiesta per sequestro di minore aggravato, in attesa della conclusione degli accertamenti.
La lettera di Rosa Vespa al marito: "Perdonami per quello che ti ho fatto"
Durante la sua detenzione, Rosa ha scritto una lettera a Moses, esprimendo il suo pentimento: "Perdonami, sono dispiaciuta per quello che ti ho fatto". Nelle scorse settimane è stata sottoposta a una visita psichiatrica e gli esperti dovranno stabilire se abbia sofferto di una gravidanza isterica, un'ipotesi avanzata dal suo legale.
La versione di Moses Omogo: "Credevo fosse nostro figlio"
Moses, operaio di 43 anni, ha dichiarato di aver creduto realmente alla gravidanza della moglie: "La sua pancia cresceva, si tirava il latte dopo il parto". Ha raccontato di aver accompagnato Rosa in clinica senza mai entrare, perché lei gli diceva di dover fare in fretta. Inoltre, il suo lavoro in un’azienda di costruzione di gru non gli permetteva di trascorrere molto tempo con lei.
"Quando ha partorito, mi ha detto che lei e il bambino avevano il Covid e io ero arrabbiato perché non potevo vederlo. Il bambino è rimasto ricoverato quasi due settimane", ha aggiunto Moses, spiegando i motivi per cui non aveva sospetti sulla vicenda.
Un caso ancora aperto: i riscontri medici su Rosa Vespa
Le indagini proseguono per determinare l’esatta dinamica dei fatti. Secondo quanto dichiarato da Rosa agli inquirenti, tutto sarebbe iniziato con un semplice ritardo del ciclo mestruale: "Da quel momento non sono più riuscita a tornare indietro, anche quando avrei voluto dire la verità". Gli inquirenti attendono i risultati della perizia psichiatrica per stabilire se la donna fosse in uno stato di alterazione mentale al momento del rapimento.
L’ombra della gravidanza isterica rende il caso ancora più complesso. Gli investigatori stanno analizzando tutti gli elementi per chiarire se Moses sia stato realmente all’oscuro del piano e per comprendere le reali motivazioni che hanno portato Rosa Vespa a compiere un gesto così estremo.