Strage di Nuoro, il 14enne non sa di essere l'unico sopravvissuto: «Dove è il mio fratellino?»
Le indagini rivelano una storia complessa di difficoltà economiche e problemi familiari
La strage avvenuta a Nuoro ha lasciato una cicatrice profonda nel cuore della comunità e in particolare nella vita del 14enne, unico sopravvissuto di una tragedia familiare che ha portato alla morte di cinque persone.
Il padre, Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, ha sparato e ucciso la moglie Giusi Massetti, i due figli Martina e Francesco, e un vicino di casa, Paolo Sanna, prima di rivolgere la pistola contro se stesso.
Il giovane, gravemente ferito, non è a conoscenza della terribile realtà che lo circonda: ignora di essere l'unico sopravvissuto e non sa che il suo fratellino di 10 anni è morto in ospedale poche ore dopo l'evento.
Le ferite fisiche e il supporto della comunità
Il ragazzo ha subito un intervento chirurgico a un orecchio, colpito da un proiettile sparato dal padre. Le autorità locali, insieme a specialisti della Rete di sostegno per percorsi di inclusione per gli orfani speciali (Re.s.p.i.r.o), si sono mobilitati per fornire assistenza e supporto legale al giovane. La tutela legale è stata affidata all'avvocato Antonio Cualbu, che si occuperà di garantire i diritti del ragazzo in questo momento di vulnerabilità.
Il racconto del 14enne
Secondo quanto riportato dalla Nuova Sardegna, il giovane ha descritto ai carabinieri il caos che regnava in casa durante la mattina della strage: «Stamattina a casa urlavano tutti», ha raccontato, aprendo la porta della sua villetta in via Ichnusa agli investigatori. In seguito, è stato ascoltato in modalità protetta per evitare di affrontare informazioni dolorose che potrebbero aggravare il suo stato emotivo. Gli è stato tolto il cellulare per proteggerlo ulteriormente da notizie devastanti.
La voce della nonna: proteggere il nipote
La nonna materna, Carmela Capelli, ha espresso il suo dolore per la perdita della figlia e dei nipoti, mentre si impegna a tutelare il nipote sopravvissuto: «Io sono una mamma distrutta, ma ho un nipote da tutelare e proteggere. Tutto quello che vedo e leggo su Facebook non ci aiuta. Se veramente le volevate bene, vivete il vostro dolore privatamente». Le sue parole riflettono il desiderio di preservare la salute mentale del giovane in un momento così critico.
Le indagini: un gesto estremo e le cause sottostanti
Le indagini continuano per chiarire le motivazioni dietro un gesto così estremo. Mentre si esplorano diverse possibili cause, tra cui la malattia della moglie e la mania di controllo di Gleboni, emergono sempre più evidenti le difficoltà economiche. Gli inquirenti stanno esaminando i conti correnti del padre e la sua situazione patrimoniale. La casa ereditata dai nonni di Giusi era stata venduta, e la famiglia si era trasferita in affitto in via Ichnusa, ma che fine hanno fatto i soldi della vendita? Questo interrogativo alimenta l’ipotesi che le tensioni economiche possano aver esacerbato i conflitti all’interno della coppia.
Un futuro incerto
La strage di Nuoro non è solo una storia di violenza e perdita, ma rappresenta anche un monito riguardo alle complesse dinamiche familiari e alle sfide economiche che molte famiglie affrontano. Il futuro del 14enne sopravvissuto rimane incerto, ma la comunità e le istituzioni stanno facendo del loro meglio per sostenerlo e aiutarlo a ricostruire la sua vita, dopo la devastazione di un evento inimmaginabile.