Prete abusa di un ragazzino

Ben 20 atti sessuali di prostituzione minorile accertati dal giudice. Eppure i reati per i quali è stato processato da don Paolo Alberto Lesmo, per un ‘cavillo’ tecnico, sono prescritti e quindi resteranno impuniti. Tra il 2009 e il 2011, stando a quanto ricostruito nel corso del processo, il parroco della chiesa di S.Marcellina ed ex decano di Milano-Baggio avrebbe più volte – venti i casi – pagato una cifra tra i 150 e i 250 euro a un minorenne tossicodipendente per fare sesso.

L’inchiesta del pm Giovanni Polizzi

Parte nel 2013 quando la psicologa del giovane, alla quale si era rivolto dopo aver tentato il suicidio, raccoglie le sue confidenze.

Il sacerdote prova ad annacquare il racconto del giovane problematico

Ma il pubblico ministero indaga e gli elementi raccolti vengono giudicati sufficienti per condannare don Paolo Alberto Lesmo a 1 anno e 10 mesi.

La sentenza

Una sentenza di colpevolezza che viene confermata anche in appello nel 2018. Il prete fa ricorso in Cassazione. Nel 2019 la Suprema Corte respinge due (responsabilità e attenuanti) dei tre motivi, ma accoglie il terzo che boccia come “illogica”. La motivazione del diniego della sospensione condizionale della pena (per “mancata resipiscenza”) visto che nel frattempo il sacerdote è stato sospeso dal ministero e vive in una comunità di sostegno psicologico. A questo punto, sotto il profilo giuridico, si innesca un flipper che fa scattare la prescrizione: si forma infatti “un valido rapporto di impugnazione” al momento della sua presentazione, “e quindi consente di rilevare” adesso “la prescrizione del reato” che è “maturata” l’1 luglio 2018, undici giorni dopo la sentenza d’appello emessa il 20 giugno 2018. (IlFattoquotidiano)
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