GUERRA UCRAINA. Non si placa il conflitto in Ucraina, nonostante l'intervento del Papa di voler mediare. La situazione stando agli ultimi sviluppi e a quanto perviene dalle varie Agenzie locali e internazionali non musica nulla di buono, né tanto meno di una pace imminente.

"In questo momento a Zaporizhzhia abbiamo due ordini di problemi. Il primo è l'attacco diretto sulla centrale, sui reattori. Questo può significare una liberazione nell'ambiente del materiale nucleare, dunque della radioattività.

L'altro modo di affrettare l'operatività della centrale è l'interruzione della somministrazione dell'elettricità e del raffreddamento della centrale, questo può anche generare una situazione di meltdown dei reattori.

Questo dipende moltissimo dal tipo di danno, lo scenario peggiore sarebbe il danneggiamento di tutti i reattori con una quantità di materiale nucleare che potenzialmente potrebbe raggiungere l'Europa in generale. Ma senza voler spargere panico, questo sarebbe possibile in funzione del danno potenziale".

Lo ha detto a Sky TG24 il direttore generale dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Mariano Grossi.

Ucraina: Onu indaga se attacchi infrastrutture crimini guerra

 La commissione d'inchiesta indipendente nominata dalle Nazioni Unite per indagare sull'invasione dell'Ucraina sta cercando di stabilire se gli attacchi russi alle infrastrutture, innanzitutto quelle legate all'energia, costituiscano crimini di guerra; e se cosi' fosse la commissione fara' del suo meglio per garantire che questi crimini non rimangano impuniti: lo ha detto il colombiano Pablo de Greiff, uno degli esperti, che ha parlato nel corso di una conferenza stampa per analizzare i risultati della loro seconda visita in Ucraina per continuare a raccogliere prove di crimini di guerra.

"Le infrastrutture civili sono protette dal diritto internazionale umanitario. La commissione esaminera' questo problema in dettaglio", ha aggiunto la bnosniaca Jasminka Dzumhur, anche lei componente della commissione d'inchiesta. La commisione ha anche deplorato la mancanza di accesso ai territori occupati dalle Forze armate russe, che rende difficile il loro lavoro.

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