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L’influenza continua a colpire duramente in Italia, con quasi un milione di persone a letto in una sola settimana. Tuttavia, i dati più recenti del sistema di sorveglianza RespVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità segnalano una lieve flessione dei contagi, con 973.000 casi registrati nell'ultima settimana, rispetto al milione e 21.000 della settimana precedente.

Dall'inizio della stagione influenzale, oltre 9,8 milioni di italiani sono stati contagiati da virus respiratori, un numero ancora elevato ma che difficilmente raggiungerà il record dello scorso anno, quando si registrarono 14,6 milioni di casi. Tra le persone colpite dall’influenza in questi giorni c’è anche Papa Francesco, attualmente alle prese con una bronchite.

Una caratteristica di quest’anno è la durata prolungata dei sintomi, con episodi di febbre persistente e tosse che possono durare più settimane, oltre a un aumento delle polmoniti, soprattutto tra anziani e soggetti fragili.

L’aumento dei casi di polmonite: allarme tra medici e ospedali

L’impennata delle sindromi simil-influenzali delle ultime settimane ha causato un aumento significativo delle polmoniti, mettendo sotto pressione il sistema sanitario. Gli ospedali sono in difficoltà, con Pronto Soccorso sovraffollati e pazienti costretti a lunghe attese per un posto nei reparti. Diverse società scientifiche hanno lanciato l’allarme, evidenziando come la situazione sia particolarmente grave nelle grandi città, dove si stanno verificando blocchi delle ambulanze a causa della saturazione dei reparti ospedalieri.

Secondo Roberto Parrella, presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), la co-circolazione di diversi virus respiratori – tra cui Virus Respiratorio Sinciziale, Sars-CoV-2, Rhinovirus e Metapneumovirus – sta aumentando il rischio clinico, soprattutto per le persone anziane, i pazienti immunodepressi e i bambini sotto i cinque anni di età.

I bambini restano i più colpiti

L’incidenza più alta si registra tra i bambini sotto i cinque anni, con un tasso di 43,6 casi ogni 1.000 assistiti. In confronto, il numero di contagi è in diminuzione tra giovani adulti e anziani, segnalando una possibile attenuazione della diffusione del virus nella popolazione generale.

L’uso della mascherina e la prevenzione

Con l’aumento dei casi influenzali e delle polmoniti, gli esperti continuano a sottolineare l’importanza delle misure di prevenzione, soprattutto nei luoghi affollati come mezzi pubblici e supermercati. Secondo Massimo Ciccozzi, epidemiologo, l’uso della mascherina su autobus e metro potrebbe aiutare a ridurre il rischio di contagio.

Allo stesso tempo, Matteo Bassetti, infettivologo, ha messo in guardia sull’uso eccessivo del paracetamolo, che può avere effetti collaterali se assunto in modo inappropriato.

Verso la fine del picco, ma resta alta l’attenzione

Nonostante il calo dei contagi, il sistema sanitario rimane sotto pressione a causa delle complicanze dell’influenza. Le autorità sanitarie invitano alla prudenza, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione. La vaccinazione antinfluenzale resta una delle armi principali per ridurre la gravità della malattia e limitare il numero di ospedalizzazioni.

 

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