Candido Montini ucciso a coltellate in casa: fermato un minorenne
Dopo settimane di ricerche e test del DNA, un ragazzo di 17 anni è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario
Candido Montini, 76 anni, titolare di un negozio di alimentari ed ex vicesindaco del piccolo comune di Garzeno, in provincia di Como, è stato brutalmente assassinato a coltellate il 24 settembre scorso nella sua abitazione nella frazione di Catasco.
Il suo corpo è stato scoperto solo il giorno successivo, il 25 settembre, ma l'autopsia ha stabilito che l'uomo era morto il pomeriggio del giorno precedente.
Montini è stato aggredito all'interno della sua abitazione dopo pranzo, probabilmente mentre si preparava a riaprire il suo negozio, un piccolo emporio che serviva la comunità locale, soprattutto con consegne a domicilio. Il negozio era rimasto chiuso quel pomeriggio, ma nessuno aveva inizialmente sospettato nulla. Il giorno seguente, l'allarme è scattato quando il panettiere ha trovato ancora il negozio chiuso, facendo la tragica scoperta.
Le indagini e la svolta grazie ai test del DNA
Le indagini, coordinate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Como e dalla Procura per i minorenni di Milano, hanno portato a una svolta il 21 ottobre, quando è stato fermato un ragazzo di 17 anni, sospettato di essere l'autore dell'omicidio. Le autorità sono arrivate a lui grazie a una complessa indagine che ha incluso prelievi salivari volontari su base di test di DNA di massa nella piccola comunità.
I carabinieri, dopo aver interrogato numerosi residenti e raccolto campioni biologici, sono riusciti a restringere il campo, arrivando prima a un gruppo familiare e poi al giovane, residente poco distante dalla casa della vittima. Il ragazzo, italiano, è stato fermato e portato nella caserma dei carabinieri di Como, dove è stato interrogato alla presenza dei suoi genitori e di un sostituto procuratore minorile.
L'omicidio: una rapina finita male?
L'omicidio di Montini ha lasciato la comunità di Garzeno sconvolta. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il pensionato è stato colpito con circa venti coltellate, alcune delle quali inferte quando l’uomo era già a terra. Montini avrebbe tentato di difendersi durante l’aggressione, ma è stato sopraffatto dall’assassino. Un portafogli vuoto è stato trovato lungo una possibile via di fuga, così come un coltello da cucina, che si è rivelato essere l’arma del delitto. Quest’ultimo era diverso dai coltelli che Montini teneva abitualmente in casa, suggerendo che l’assassino possa aver portato l’arma con sé.
Il movente dell’omicidio sembra essere legato a una rapina. Montini, che gestiva il negozio di alimentari, utilizzava ancora il "libretto" per segnare gli acquisti dei clienti, pratica che permetteva di pagare a fine mese. Si presume che l’assassino fosse a conoscenza del fatto che Montini potesse avere del denaro contante in casa. Tuttavia, non sono stati trovati altri oggetti di valore mancanti dall’abitazione.
L'arresto del sospetto e il proseguimento delle indagini
La svolta decisiva nelle indagini è arrivata grazie ai test del DNA prelevati dai residenti del piccolo borgo di Garzeno. Incrociando i dati biologici, gli inquirenti hanno individuato il minorenne come principale sospettato. L’arresto del ragazzo è stato eseguito il 21 ottobre e ha rappresentato un passo avanti cruciale in un’indagine che aveva destato preoccupazione nella piccola comunità.
Rimane ancora da chiarire se l’omicidio sia stato pianificato o frutto di un’azione impulsiva. Le indagini proseguono, con l'obiettivo di fare piena luce su questa tragica vicenda e stabilire con certezza le responsabilità del giovane sospettato.
Il fermo del minorenne ha sconvolto la comunità di Garzeno, un luogo dove crimini di questa natura sono rari e dove l’assassinio di una figura rispettata come Montini ha lasciato tutti sotto shock. Le autorità continueranno a lavorare per assicurare alla giustizia il colpevole di questo atroce delitto.