SIGARETTE. Per i tabacchi lavorati l'onere fiscale minimo è pari per il 2023, al 96,22% della somma dell'accisa globale e dell'imposta sul valore aggiunto. La stessa percentuale è determinata al 96,50% per il 2024 e al 96,905 a partire dal 2025

Dal primo gennaio 2023, si legge nella bozza in circolazione del testo della manovra economica, l'accisa per le sigarette, viene rideterminata, con previsti aumenti di 15-20 centesimi. Per i tabacchi lavorati l'onere fiscale minimo è pari per il 2023, al 96,22% della somma dell'accisa globale e dell'imposta sul valore aggiunto. La stessa percentuale è determinata al 96,50% per il 2024 e al 96,905 a partire dal 2025 

Dopo due anni di non aumenti della tassazione, il testo alza l'accisa cosiddetta 'specifica' (oggi in Italia ai livelli più bassi d'Europa) da 23 a 36 euro per 1.000 sigarette nel 2023, a 36,50 euro per 1.000 sigarette nel 2024 e a 37,00 euro per 1.000 sigarette a partire dal 2025.

Un aumento della parte fissa che comporta un automatico ribasso della parte variabile dell'accisa e che, a conti fatti, si traduce appunto in un rincaro in media, considerando sia i prodotti di alta che di bassa gamma, di circa 20 centesimi a pacchetto il primo anno e di 10-15 centesimi sui tre anni in media. 
    Viene stabilizzata la tassa sulle sigarette elettroniche, già protagoniste negli anni passati di rialzi poi però sterilizzati. 
    In questo caso si tratta circa di 8 centesimi per ml per le e-cig senza nicotina e di circa 13 centesimi di euro per ml dei prodotti con nicotina. 
    Sulla scia in questo caso degli ultimi anni, continua infine ad aumentare anche la tassazione sul tabacco riscaldato. Sui quattro anni ammonta a 10-15 centesimi. 
    Secondo alcune stime, in tutto l'operazione comporterebbe un incasso di oltre 100 milioni l'anno. (ANSA). 

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