un banco di una salumeria

Giuseppe Marinelli di Confesercenti Avellino dipinge un quadro allarmante: “Ancora una volta siamo costretti a registrare una situazione sempre più critica per il commercio al dettaglio in Irpinia, riflesso dell’andamento nazionale, ma aggravata da fragilità locali”. I dati Istat confermano la tendenza negativa, con le i piccoli negozi che non beneficiano dell’aumento delle vendite di settembre, che invece avvantaggia la grande distribuzione. Questo gap risulta evidente, mostrando un quadro negativo soprattutto nei primi nove mesi dell’anno.

Dati preoccupanti per i piccoli esercizi

Le statistiche sono impietose: rispetto all’anno scorso, le piccole superfici segnano un calo di oltre il 2% in valore, con una perdita che raggiunge il -3% nel settore alimentare. Nel frattempo, le grandi strutture registrano un incremento del 2%. Il calo medio nazionale di volume è dello 0,7%, ma per i negozi di vicinato in Irpinia il calo si attesta a -1,7%, aggravando la situazione rispetto alla media italiana.

L'impatto sulle realtà locali

La crisi dei negozi di vicinato è un fenomeno che riguarda tutto il Paese, ma colpisce con particolare durezza le realtà più fragili. “I piccoli comuni e i quartieri periferici delle grandi città, specialmente quelli privi di attrattive turistiche, stanno pagando il prezzo più alto”, spiega Marinelli, “subendo una perdita costante di quote di mercato che rende la crisi irreversibile senza interventi mirati.”

L'urgenza di interventi strategici

“È sempre più evidente che sono necessarie misure strategiche per il rilancio del piccolo commercio, che rappresenta un servizio fondamentale per le comunità locali,” conclude Marinelli. L'assenza di politiche a sostegno del commercio al dettaglio rischia di portare alla chiusura forzata di molte attività e a una forte riduzione delle nuove aperture, lasciando vuoti spazi commerciali e impoverendo il tessuto economico e sociale del territorio.

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