La sua poltrona scricchiolava da giorni, agitata dall’insoddisfazione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che chiedeva a gran voce una soluzione rapida dello scandalo del camposanto di Santa Maria dei Rotoli. Qui cinquecento bare attendono di essere sepolte. Ieri sera l’assessore al Bilancio, al Patrimonio e ai Cimiteri Roberto D’Agostino ha gettato la spugna e si è dimesso. Accade a pochi giorni di distanza dal collega Adham Darwasha, delega alle Culture, che aveva lasciato la giunta pochi giorni fa.
A pesare nella sua decisione, la situazione del cimitero dei Rotoli dove la montagna di bare attende di essere sepolte per mancanza di spazio, quel cimitero dove il forno crematoio si guasta un giorno sì e un giorno no (e allora bisogna pagare alle ditte dei servizi funebri il trasporto dei defunti fino all’impianto in Calabria), quel cimitero che nega ai cittadini il diritto a una sepoltura rapida e dignitosa.
Storia che va avanti da anni a Palermo
Storia che va avanti da anni - parallelamente al progetto mai realizzato di un nuovo cimitero per la città nella zona di Cianciulli. Tant’è che sabato scorso l’assessore D’Agostino (molto vicino al renziano Davide Faraone) si è precipitato a indire una conferenza stampa promettendo di chiudere l’emergenza entro settembre: “Obiettivo bare zero”.
Spiegava: “Trecento salme in meno entro i primi di agosto, con 156 nicchie individuate e già liberabili, cioè con salme di età superiore ai trent’ anni, in cui contiamo di spostare altrettante salme presenti in deposito nel più breve tempo possibile. L'amministrazione conta poi di liberare ulteriori nicchie, grazie a un provvedimento emergenziale del sindaco, già predisposto, che consentirà di anticipare il termine dei trent’anni. Il provvedimento verrà a breve sottoposto al vaglio del consiglio comunale, grazie al quale speriamo di liberare diverse centinaia di altri posti. Contiamo poi di liberare le restanti duecento salme in giacenza entro i primi di settembre e riteniamo che per quella data l'emergenza dovrebbe essere considerata del tutto rientrata”.
Impresa indispensabile
Impresa indispensabile, ma titanica, su cui sono cadute nel tempo teste di dirigenti e di amministratori che si sono scontrati con resistenze, mancanza di personale, lentezze, interessi radicati nel vecchio cimitero a un passo dal mare. Ma l’assessore non si era tirato indietro, nonostante il clima intorno diventasse sempre più pesante, con l’arcivescovo della città – Corrado Lorefice – a intervenire a sua volta per invocare il diritto a una sepoltura degna.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, probabilmente, è stata quella arrivata da alcune interviste ai quotidiani cittadini in cui il sindaco gli poneva l’ultimatum: “Se alle date indicate da D’Agostino il problema non sarà risolto, probabilmente ci sarà un altro assessore”.
Così ha lasciato, mentre il sindaco ha commentato gelidamente: “Prendo atto che l'assessore D'Agostino, cui avevo chiesto una verifica quotidiana sul piano di uscita dall'emergenza del cimitero non ha ritenuto di poter raggiungere i risultati che lui stesso si era prefisso e aveva annunciato. Terrò per il momento per me le relative deleghe”.
La classifica
È tornato infatti l’Orlando furioso, dopo l’ultimo posto rimediato nella classifica del Sole 24 Ore sul gradimento dei sindaci. Ha chiesto a tutti di “assumersi le proprie responsabilità mettendoci la faccia”. Ha chiesto più efficienza e autonomia, ha rimproverato tutti di non sapere comunicare i risultati raggiunti.
Adham Darwasha ha replicato che non è facile in una città assediata da problemi storici come la raccolta della spazzatura. Il disastro di strade e marciapiedi, e pure l’impossibilità di avere una tomba in tempi dignitosi. Accuse diventate più pesanti l’altro ieri, dopo l’alluvione che ha devastato mezza Palermo. Fonte: La Stampa
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