Studente di 13 anni rifiuta la scala arcobaleno a scuola: scatta la nota disciplinare
Un gesto di protesta solleva un dibattito su libertà di pensiero e sicurezza nelle scuole

A Verona, un alunno di 13 anni ha rifiutato di percorrere una scala dipinta con i colori dell'arcobaleno all'interno della sua scuola, dichiarando di essere "contrario alla comunità Lgbt". L'istituto aveva decorato la scala in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, con parole come "fiducia", "ascolto", "rispetto" e "accoglienza". L'iniziativa mirava a promuovere inclusività e tolleranza tra gli studenti.
La reazione dello studente: un gesto pericoloso
Per evitare di calpestare i gradini colorati, lo studente ha tentato inizialmente di utilizzare una scala riservata al personale. Richiamato dall'insegnante, ha poi deciso di aggrapparsi alla ringhiera della scala principale, esponendosi a un pericolo significativo, data l'altezza di quattro-cinque metri. Questo comportamento ha suscitato preoccupazione tra i docenti presenti.
La sanzione disciplinare e la posizione della scuola
A seguito dell'accaduto, l'insegnante ha assegnato una nota disciplinare allo studente per il comportamento ritenuto "assolutamente inadeguato" e pericoloso. Il preside dell'istituto ha sottolineato l'importanza di garantire la sicurezza degli studenti, affermando che l'azione del ragazzo ha messo a rischio la propria incolumità fisica. Ha inoltre ribadito l'impegno della scuola nel promuovere valori di democrazia, inclusione e rispetto per tutte le opinioni.
La reazione dei genitori: una questione di libertà di pensiero
I genitori dello studente hanno contestato la sanzione, sostenendo che al figlio sia stata negata la libertà di espressione. Il padre ha dichiarato: "Se un ragazzino di 13 anni non condivide un’idea avrà pur diritto di esprimersi e per questo non credo debba essere sanzionato". La famiglia ha inoltre segnalato l'episodio al ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, e al direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Marco Bussetti, chiedendo un intervento in merito.
La posizione dell'Ufficio scolastico regionale
L'Ufficio scolastico regionale del Veneto ha precisato che la nota disciplinare è stata assegnata esclusivamente per il comportamento pericoloso dello studente e non per le sue opinioni personali. In una nota, l'ufficio ha dichiarato: "L’unica motivazione dell’annotazione riguarda esclusivamente il comportamento dell’alunno, il quale metteva in gravissimo pericolo la propria vita". Ha inoltre sottolineato che la scuola ha agito unicamente per tutelare l'incolumità dell'alunno e dissuadere da comportamenti simili.
Il dibattito pubblico: tra sicurezza e libertà di espressione
L'episodio ha sollevato un acceso dibattito sull'equilibrio tra la tutela della sicurezza degli studenti e il rispetto della libertà di espressione. Alcuni sostengono che la scuola abbia agito correttamente nel sanzionare un comportamento pericoloso, mentre altri ritengono che la sanzione possa essere interpretata come una limitazione della libertà di pensiero dello studente
La risposta delle istituzioni
Il caso è giunto all'attenzione del ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, e di altre autorità competenti. Si attendono ulteriori sviluppi e chiarimenti da parte delle istituzioni scolastiche e governative per affrontare le questioni sollevate dall'episodio.
Questo incidente evidenzia la complessità nel gestire situazioni in cui si intrecciano sicurezza, disciplina scolastica e libertà di espressione. È fondamentale che le scuole promuovano un ambiente sicuro e inclusivo, garantendo al contempo il diritto degli studenti di esprimere le proprie opinioni in modo rispettoso e consapevole.