"A nome di tutta Napoli e della Città metropolitana esprimo le mie piú sentite condoglianze e vicinanza alla famiglia di Giulia. Questo ennesimo femminicidio ci lascia con il cuore pieno di tristezza ed evidenzia la necessità di proseguire il percorso da noi avviato come Istituzioni pubbliche per fortificare i centri antiviolenza affinché questi episodi non accadano più". Così il sindaco di Napoli e metropolitano Gaetano Manfredi riguardo l'assassinio della povera Giulia Tramontano.

Alessandro Impagnatiello, un test del Dna falso sul figlio di Giulia Tramontano per salvare la relazione con l'amante

"Soprannominato 'Ale' dai suoi amici, Alessandro Impagnatiello è stato descritto come un individuo arrogante sin dall'infanzia. Nonostante non fosse attraente, vantava di avere numerose donne e viveva una vita complessa e sfaccettata. Era un narcisista che manipolava le donne con cui aveva relazioni. Oggi, Alessandro è l'assassino di Senago. Ha confessato di aver ucciso la sua compagna, Giulia Tramontano, e ha guidato le autorità al corpo della giovane di 29 anni che l'Italia intera cercava incessantemente da quasi una settimana.

Alessandro ha fornito dettagli sulla serata in cui Giulia è scomparsa e sul lungo elenco di menzogne che ha raccontato. Raccontava bugie a tutti, dicendo a Giulia che voleva un figlio da lei (era in attesa di un maschietto). Raccontava all'altra sua fidanzata parallela italo-inglese di 23 anni (che aveva convinto ad abortire a gennaio) che la relazione con Giulia era finita. Quando le sue menzogne hanno iniziato a sgretolarsi, ha fabbricato un falso test del DNA per dimostrare alla ragazza che il figlio di Giulia non era suo e che lei soffriva di "problemi mentali". Successivamente, è stata la stessa ragazza di 23 anni a scoprire sui dispositivi digitali di Alessandro i documenti e le ricerche che aveva effettuato per creare il falso test del DNA. È stata anche lei a contattare Giulia il sabato della sua scomparsa e a far crollare la montagna di menzogne. Continua a leggere qui.

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