“Sono stupito e indignato per quanto avvenuto nella gestione della cassaintegrazione per i dipendenti Alitalia. È come se pezzi dello Stato non avessero avuto l'adeguata sensibilità nell'accompagnare i lavoratori che hanno perso il loro impiego e si trovano costretti ad avere solo parte del loro salario, spesso a fine carriera e quindi difficilmente rioccupabili in altri settori”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia interpellato da Avionews sul futuro della nuova compagnia aerea italiana.

“Per quanto riguarda il destino dei lavoratori ex Alitalia, chiedo ancora che il personale di ITA  venga reclutato attingendo esclusivamente dalla cassa integrazione fino a esaurimento, senza cercarlo dall'esterno. In caso contrario ci troveremmo di fronte a un vero e proprio danno erariale perché lo Stato si troverebbe a pagare sia la cassa integrazione che i nuovi  stipendi dei dipendenti ITA". 

“Per quanto riguarda i ritardi dei pagamenti mi sono confrontato per mesi con tutte le parti in causa, Inps, Amministrazione straordinaria Alitalia e governo, stimolandoli a un più efficace coordinamento. Positivo è aver ottenuto la proroga della cassa integrazione per tutti i lavoratori ex Alitalia, che – è bene precisarlo - sono del tutto incolpevoli della gestione fallimentare di Alitalia. Gli errori clamorosi spesso fraudolenti sono stati commessi dalla classe dirigente politica e aziendale, certo non da piloti e assistenti di volo cui semmai si devono gli anni del grande successo mondiale della nostra compagnia di bandiera. Ci auguriamo che la magistratura faccia il suo corso accertando presto le responsabilità e sanzionando manager maldestri, burocrati compiacenti e dirigenti dello Stato che non perseguivano gli interessi della nazione”.
“Infine occorre constatare che ITA è in attivo e anche a giugno ha totalizzato +8% dimostrando che il mercato aereo italiano è fiorente. Dopo aver completato una dolorosa cura dimagrante si possono cominciare a incassare utili, insieme a Lufthansa, ma senza lasciare del tutto alla compagnia tedesca la gestione degli interessi economici, trasportistici e relazionali dell’Italia. Lo Stato può mantenere una sua quota in ITA e presidiare le funzioni strategiche, seguendo il modello francese”.

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