centri permanenza migranti

I Centri di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) in Italia sono sotto accusa per presunti maltrattamenti fisici, somministrazione impropria di psicofarmaci e condizioni di vita degradanti. A lanciare l’allarme è il Consiglio d’Europa, attraverso un rapporto del Comitato per la Prevenzione della Tortura (Cpt), redatto dopo un’ispezione condotta tra il 2 e il 12 aprile 2024 in quattro strutture italiane.

Le accuse: maltrattamenti e sedazione forzata

Secondo il rapporto, diversi migranti trattenuti nei Cpr sarebbero stati vittime di maltrattamenti fisici e di un uso eccessivo della forza da parte degli agenti di polizia. Particolarmente grave è la denuncia relativa alla somministrazione di psicofarmaci non prescritti, spesso diluiti nell’acqua, come documentato nel Cpr di Potenza.

Questa pratica, definita «subdola» dal Consiglio d’Europa, solleva interrogativi etici e legali sull’approccio delle autorità italiane nei confronti delle persone in attesa di rimpatrio.

Condizioni di Vita nei Cpr: Una Situazione Inaccettabile

Il rapporto descrive i centri come «non idonei» a garantire condizioni dignitose per i migranti. Tra le criticità segnalate:

  • Pessime condizioni materiali, con spazi fatiscenti e privi di comfort essenziali.
  • Assenza di un regime di attività, che costringe i migranti a una quotidianità priva di stimoli e opportunità di occupazione.
  • Approccio sproporzionato alla sicurezza, con misure spesso eccessive e non giustificate.
  • Qualità variabile dell’assistenza sanitaria, insufficiente a garantire un trattamento adeguato.
  • Mancanza di trasparenza da parte degli appaltatori privati che gestiscono le strutture.

I Centri Ispezionati: Quattro Strutture sotto la Lente

Gli ispettori hanno visitato quattro dei nove Cpr operativi in Italia:

  1. Cpr di via Corelli (Milano)
  2. Gradisca d’Isonzo
  3. Palazzo San Gervasio (Potenza)
  4. Ponte Galeria (Roma)

Le condizioni documentate in queste strutture hanno evidenziato problemi sistemici che richiedono interventi urgenti per garantire il rispetto dei diritti umani.

Le Implicazioni Internazionali: Il Modello Italiano sotto Esame

Il Consiglio d’Europa ha messo in guardia contro la possibilità di replicare il modello italiano di gestione dei Cpr in Albania, suggerendo che l’esperienza pregressa sollevi dubbi sulla sua efficacia e adeguatezza.

La Risposta delle Autorità Italiane

Ad oggi, non è chiaro quali provvedimenti intenda adottare il governo italiano per rispondere alle accuse mosse dal rapporto del Cpt. Tuttavia, la denuncia ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e sollevato interrogativi sulla necessità di riformare il sistema di gestione dei migranti in Italia.

Un Problema Sistemico da Affrontare

La situazione nei Cpr italiani rappresenta un campanello d’allarme sulla tutela dei diritti umani nel contesto della gestione migratoria. Le accuse del Consiglio d’Europa, se confermate, potrebbero portare a un ripensamento delle politiche italiane, con l’obiettivo di garantire un trattamento più umano e trasparente per le persone trattenute nei centri.

L’assistente sociale toglie bambina ai nonni e la affida a sua sorella: parenti risarciti
Il Castello delle Cerimonie chiude: revocate le licenze del “Grand Hotel La Sonrisa”