Arrabbiati, delusi, sconfitti e tra le altre cose si sentono, forse anche a ragione, gli unici penalizzati dalle ultime misure restrittive che hanno da domenica 21 febbraio hanno riportato la Campania in Zona arancione.
Le categorie dei ristoratori e dei baristi sono dunque sul piede di guerra. E anche in Campania, da Napoli a Salerno non mancano le iniziative per protestare contro il nuovo provvedimento. In molti stanno pensando di ricorrere al tar.
Ma iniziano a fioccare anche le accuse tra i vari gestori di concorrenza sleale. A fronte dei tanti che rispettano le regole, ce ne sono alcuni che continuano a lavorare senza farsi troppi scrupoli.
Ristoratori stremati dalla crisi chiedono aiuto a De Luca. “Basta chiusure, faremo qualsiasi cosa”
La crisi in tutti i settori dovuti al virus continua a dilagare. Purtroppo,
tutte le categorie stanno risentendo del cambiamento imposto dalle restrizioni e dalla paura del contagio.
Ma una delle categorie che sta soffrendo in maniera particolare è quella dei baristi e dei ristoratori, i quali più volte hanno cercato di mantenere alta l’attenzione sulla loro problematica, attraverso manifestazioni come #ioapro ed appelli di ogni genere.
Torna ancora con più forza l’ennesimo
grido di allarme dei ristoratori: “De Luca, aiutaci”. Intanto tali categorie richiedono maggiore attenzione alle loro problematiche, possibilità di riaprire in sicurezza o altrimenti
maggiori e più veloci ristori.
Interviene anche Massimo di Porzio, presidente della Fipe Napoli
“Grande attenzione alla possibilità di distinguere tra attività di ristorazione con somministrazione ai tavoli e attività di intrattenimento che invece fanno sostanzialmente la sera".
Dichiarazione di
Massimo di Porzio, presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE)
Si deve dare inoltre la possibilità alle prime di poter
riaprire per cena al più presto.
Nello stesso tempo bisogna intervenire con i ristori per i lavoratori della notte.
Ormai il grido d'allarme dei ristoratori
è qualcosa che non si può più non ascoltare.
Infine diversi gli esercenti che chiedono più controlli in questa fase contro gli assembramenti, e si dicono pronti ad assumere a proprie spese personale per la sicurezza pur di
evitare provvedimenti più pesanti.
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