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Chiara Petrolini

Chiara Petrolini, 22 anni, originaria di Traversetolo (Parma), è accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere. Nel corso dell'interrogatorio, la giovane ha raccontato il dramma del primo parto avvenuto nella sua stanza, di notte, mentre i genitori erano assenti.

«È successo tutto in camera mia, durante la notte. Il parto è durato poco. Quando è nato ho provato a scuoterlo per vedere se respirava, ma era morto. Mi è passato per la testa di metterlo nel giardino», ha dichiarato Chiara agli inquirenti. La ragazza ha descritto come avrebbe scavato la buca con le proprie mani e avvolto il neonato in una salvietta prima di seppellirlo.

Chiara ha anche rivelato di non aver parlato con nessuno della sua gravidanza, sia per paura del giudizio dei familiari, sia per il periodo complicato che la sua famiglia stava attraversando. «Speravo che non accadesse di nuovo. Il bambino lo volevo», ha aggiunto.

Le confessioni sul secondo figlio

Il racconto di Chiara si estende anche al secondo parto. Pur desiderando il bambino, la giovane non aveva mai rivelato la gravidanza a nessuno. Anche in questo caso, il neonato non è sopravvissuto e Chiara ha preso la stessa tragica decisione: seppellirlo in giardino.

Quando gli inquirenti le hanno chiesto perché avesse deciso di confessare tutto, Chiara ha risposto: «Perché è giusto che la racconti». Le sue parole rivelano un misto di consapevolezza e dolore, ma non riescono a spiegare pienamente l'orrore di quanto accaduto.

L’interrogatorio dei genitori: sangue e pulizie sospette

Anche i genitori della 22enne sono stati interrogati per chiarire alcuni dettagli emersi durante le indagini. I loro racconti confermano elementi inquietanti riguardo alle tracce di sangue ritrovate in casa.

La madre di Chiara ha raccontato: «Il 7 mattina, prima di partire per il mare, mio marito aveva messo due tappeti in lavanderia perché avevano alcune macchie di sangue. Li ho messi in lavatrice e sono andata».

Il padre ha fornito ulteriori dettagli: «Quella mattina avevo notato del sangue sui rubinetti e sui tappeti sotto il lavandino. Ho aperto l'acqua e ho pulito. Poi mi sono fatto la barba e ho messo i tappeti a lavare. Sono andato nella stanza di Chiara, ho bussato e le ho chiesto se avesse perso sangue dal naso. Lei mi ha detto che aveva avuto un ciclo abbondante e che avrebbe pulito».

Un caso che scuote l’opinione pubblica

Il caso di Chiara Petrolini ha scosso profondamente l’opinione pubblica, sollevando interrogativi su come una situazione così drammatica possa essersi consumata nel silenzio. Il racconto della ragazza, unito alle testimonianze dei genitori, mette in luce una storia di dolore, paura e isolamento.

Gli inquirenti continuano a indagare per chiarire ogni aspetto della vicenda e accertare eventuali responsabilità penali. Nel frattempo, la comunità di Traversetolo si interroga su come sia stato possibile che nessuno si sia accorto di quanto stava accadendo in quella casa.

La tragica vicenda di Chiara Petrolini non è solo un caso giudiziario, ma anche un dramma umano che evidenzia il peso del giudizio sociale e la solitudine che può derivarne. Il percorso giudiziario sarà lungo, ma resta il dolore per due vite spezzate e il desiderio di comprendere come sia stato possibile arrivare a un epilogo così terribile.

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