Cannabis, niente ritiro della patente per chi la assume a scopo terapeutico? «Malati tutelati»
Le nuove disposizioni prevedono sanzioni severe anche in assenza di uno stato di alterazione psico-fisica

Con l'entrata in vigore del nuovo Codice della Strada lo scorso 14 dicembre, si sono accese polemiche per l'assenza di tutele nei confronti dei pazienti che assumono cannabis terapeutica sotto prescrizione medica. Le nuove disposizioni prevedono sanzioni severe anche in assenza di uno stato di alterazione psico-fisica, colpendo indistintamente chi consuma sostanze per uso terapeutico e chi lo fa a scopo ricreativo.
Il caso dei pazienti
Storie come quelle di Paola e Luca mettono in luce il problema. Paola, affetta da fibromialgia e dolori cronici, ha sospeso la terapia a base di THC per paura di perdere la patente, pagando il prezzo di dolori insopportabili. Situazione simile per Luca, che soffre di dolori da arto fantasma dopo un incidente: «Se mi tolgono la patente, come farò a vivere?». Questi pazienti si trovano ora in un limbo normativo, costretti a scegliere tra la cura e il rischio di sanzioni.
Le nuove disposizioni e le criticità
Tra le 36 novità introdotte, una stabilisce che la revoca della patente può avvenire anche senza essere in stato di alterazione. I test salivari effettuati su strada rilevano la presenza di stupefacenti, anche se assunti ore prima. In caso di positività:
- Ritiro cautelare della patente per 10 giorni
- Sanzioni fino a 6.000 euro
- Possibile revoca della patente per 3 anni
Il problema? Non vi è distinzione tra uso terapeutico e ricreativo.
Le parole di Salvini e il tavolo interministeriale
Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato l'avvio di un tavolo interministeriale per tutelare i pazienti: «Ogni caso sarà valutato singolarmente con l’ausilio delle certificazioni mediche». Tuttavia, la norma resta stringente e non offre ancora una soluzione concreta.
Le procedure di controllo
Secondo il vicequestore della Polizia Stradale Alessandro Abruzzini, i controlli seguono una procedura chiara:
- Test salivare su strada per tracce generiche di stupefacenti
- In caso di positività, esami di secondo livello in laboratorio su sangue e saliva
- Se i risultati escludono uno stato di alterazione, non si procede penalmente
Il vicequestore precisa che il THC è rilevabile per 4-5 ore dall'assunzione: chi assume cannabis terapeutica la sera, al mattino non dovrebbe risultare positivo.
Le richieste delle associazioni
Le associazioni, come Aps Pazienti Cannabis Medica, chiedono interventi urgenti. La presidente Elisabetta Biavati denuncia:
- La procedura è umiliante e viola la privacy dei pazienti
- Un codice identificativo sulla patente o certificati specifici potrebbero risolvere il problema
- I costi legali per fare ricorso sono elevati e discriminatori per chi assume farmaci regolarmente prescritti
Un problema ancora irrisolto
Le nuove regole, pensate per migliorare la sicurezza stradale, rischiano di penalizzare chi combatte ogni giorno con patologie gravi. I pazienti, in attesa di una soluzione concreta, chiedono a gran voce il riconoscimento della cannabis terapeutica come cura, e non come una minaccia alla sicurezza.