Conte vuole chiudere tutto: stato di emergenza fino a luglio 2021. Dunque, se prima la data possibile era il 31 marzo, adesso si pensa ad una ulteriore proroga, ovvero, il 31 luglio 2021.

Conte e lo stato di emergenza fino al 31 luglio

Il governo di Giuseppe Conte vuole prorogare lo stato d'emergenza fino al 31 luglio 2021 mentre prepara per il 15 gennaio un nuovo decreto legge e/o un nuovo Dpcm per prolungare il sistema della zona gialla; arancione e rossa in tutta Italia che; con la modifica dell'indice di contagio Rt sarà più facile estendere alle regioni entro l'11 gennaio. Subito dopo, crisi di governo permettendo, il governo Conte comincerà a lavorare al nuovo decreto legge e al nuovo Dpcm che regoleranno la vita degli italiani durante questa fase dell'emergenza coronavirus; mentre si paventa l'arrivo della terza ondata dell'epidemia e si lavora al piano di vaccinazione di massa che però comincerà ad avere risultati in termini di immunità di gregge soltanto nei mesi successivi. Il premier è pronto a prorogare di altri sei mesi; ovvero fino al 31 luglio; lo stato d'emergenza dopo la proroga del 31 ottobre fino al 31 gennaio che l'anno scorso era finita nel mirino del centrodestra; con Giorgia Meloni e Matteo Salvini sulle barricate e il governo che dopo l'ipotesi di arrivare fino ad aprile aveva ripiegato sulla fine del primo mese dell'anno. Palazzo Chigi ritiene che la scelta giusta sia prorogare lo stato d'emergenza fino al 31 luglio, ovvero l'ultima a disposizione visto che secondo il Codice della Protezione Civile che lo regola lo stato d'emergenza è prorogabile solo di 12 mesi e poi di altri 12; ma questo non vuol dire che possa durare per due anni: la seconda proroga va conteggiata rispetto alla prima; che è arrivata il 31 luglio 2020.

Italia e le fasce di colore

In ogni caso nel nuovo provvedimento il governo pensa di estendere il sistema delle fasce con la modifica del parametro dell'indice di contagio che permetterà di portare in zona arancioni le regioni con Rt a 1 ma soltanto se "nel territorio si manifesta un'incidenza dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti". Questo parametro è stato introdotto per evitare che regioni con una circolazione virale bassa possano invece finire in arancione a causa di singolo episodio di aumento dell'Rt. La zona rossa invece scatterà quando l'indice di contagio supererà quota 1,25 (sempre con la clausola dell'incidenza dei contagi). Riguardo il decreto legge e/o il nuovo Dpcm in arrivo, il Corriere della Sera oggi sottolinea che c'è un problema di date da risolvere: quello che riguarda la riapertura delle scuole superiori in presenza, finora risolto dall'esecutivo; provvisoriamente; spostando la data dal 7 all'11 gennaio: che fine farà la prescrizione di un ritorno in classe del 75 per cento degli studenti, come previsto dall’ordinanza del 24 dicembre? La questione è aperta e molto dipenderà dai dati dei contagi dei prossimi giorni, mentre virologi e medici - da Walter Ricciardi a Massimo Galli; continuano; a insistere sulla prudenza: "Per l’11 gennaio; spiega Galli; avremo un’idea del trend dei contagi e allora si faranno valutazioni.

Zona bianca: parametri

Per quanto riguarda i parametri per rientrare in zona bianca, sono in ballo due indicatori: l'indice di contagio Rt; che il governo ha già in mente di modificare per l'accesso in zona arancione o rossa portandolo rispettivamente a maggiore di 1 e maggiore di 1,25, oppure l'incidenza dei casi ogni centomila abitanti. Possiamo immaginare un Rt inferiore a 0,50 per far scattare la zona bianca. Attualmente tutte le regioni sono però lontanissime da questi parametri. Leggi anche: Malattia misteriosa post Covid, gli esperti: “Siamo allarmati, virus prende organi vitali dei più piccoli” Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo
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