Ciro Grillo, il "supertestimone" non si presenta: svolta al processo
Il giovane norvegese «Era l'asso nella manica per la difesa»
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Colpo di scena nel processo per violenza sessuale di gruppo che vede imputati Ciro Grillo, figlio del comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, e i suoi tre amici Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Il "supertestimone" della difesa, Enrique Bye Obando, giovane norvegese di origine nicaraguense e conoscente della studentessa italo-norvegese che ha denunciato i quattro, non si è presentato in tribunale a Tempio Pausania.
Nonostante la conferma della notifica della convocazione in Norvegia, il giovane ha disertato per la terza volta consecutiva l'udienza, nonostante fosse considerato uno dei testimoni chiave della difesa.
Le conseguenze della mancata testimonianza
L’udienza odierna, iniziata poco dopo le 11, avrebbe dovuto basarsi sulla deposizione di Obando, ma la sua assenza ha spinto gli avvocati della difesa a richiedere ai giudici una rogatoria internazionale per ascoltarlo in videoconferenza. È stato escluso il suo accompagnamento coatto, un'opzione complessa dato che il testimone vive in Norvegia.
Secondo il quotidiano La Stampa, Obando era visto come l'asso nella manica della difesa, destinato a minare l’attendibilità della ragazza 22enne che ha denunciato il presunto stupro avvenuto in Sardegna nell’estate del 2019. Ora il tribunale potrebbe decidere di interrogarlo attraverso un magistrato norvegese con domande provenienti dall'Italia, stabilire un collegamento diretto con i giudici italiani o, in ultima istanza, rinunciare alla sua testimonianza e far partire la requisitoria, opzione che la difesa vuole evitare.
Il legame di Obando con la presunta vittima
Enrique Bye Obando, figlio di un politico norvegese, era stato accusato dalla studentessa di averla violentata in un campeggio in Norvegia un anno prima del presunto stupro in Costa Smeralda. Tuttavia, intervistato dagli inquirenti, Obando ha negato le accuse, dichiarando che la ragazza gli avrebbe anche chiesto scusa per aver mentito.
La studentessa non ha mai formalmente denunciato l'episodio in Norvegia, ma ne ha parlato alle autorità italiane dopo aver denunciato l’accaduto in Costa Smeralda. Il caso continua a evolversi con questa nuova svolta processuale, mentre la difesa cerca di garantire l'audizione del testimone chiave prima della requisitoria.