Il 23 aprile a Oderzo (Treviso) si è verificato un evento tragico: Meri Zorz, ex assessora e avvocatessa, è stata aggredita dal suo cliente Giuseppe Silvestrini durante un appuntamento concordato nel suo studio legale.

Silvestrini, infermiere di 53 anni residente a Mansuè, l'ha accoltellata perché lei ha rinunciato al mandato che riguardava una pratica civilistica legata alla vendita di alcuni terreni che lui e i suoi due fratelli avevano ricevuto in eredità. Dopo l'aggressione, Silvestrini ha gettato via l'arma, è corso a casa e si è impiccato.

Meri Zorz ha temuto per la sua vita e in quei momenti terribili ha pensato alla sua bambina di 7 anni che rischiava di restare orfana. Fortunatamente è riuscita a sfuggire al suo aggressore e a chiedere aiuto. Attualmente è ricoverata in ospedale per le ferite riportate, ma la prognosi è di 30 giorni e ieri ha subìto un intervento chirurgico alla mano destra.

La professionista aveva paura che il suo cliente non avrebbe reagito bene alla sua decisione di rinunciare al caso. Ha infatti detto alla collega Francesca Ginaldi: «Se non mi vedete più vuol dire che mi ha ammazzata». Nonostante l'aggressione, Meri Zorz non porta rancore e si è detta dispiaciuta per la morte di Giuseppe Silvestrini. Tuttavia, si tratta di un evento drammatico che dimostra come la professione dell'avvocato possa essere pericolosa e mettere in pericolo la vita dei professionisti che la esercitano.

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