Morte di Stefania Canela, i familiari chiedono giustizia
«Nessuna colpa medica». Aveva scelto la clinica per paura dell'anestesia
La morte di Stefania Canela, 47 anni, di San Benedetto del Tronto, avvenuta nel 2022 due giorni dopo un intervento di rinosettoplastica, continua a sollevare interrogativi e dolore. L’operazione, eseguita presso la clinica privata Blumar Medica di Milano, era considerata di routine e mirava a correggere una deviazione del setto nasale e dei turbinati, conseguenze di un incidente stradale subito quando Stefania aveva 10 anni.
La vicenda
Stefania, una donna in salute e sportiva, aveva scelto la clinica per evitare un’anestesia generale invasiva e intubazione, temendo complicazioni legate alla procedura tradizionale. L’intervento, eseguito senza apparenti problemi, si era concluso con la dimissione dalla struttura dopo quattro ore.
Nei due giorni successivi, Stefania aveva soggiornato in un hotel con il compagno, Michele Sibillo, visitando Milano. Tuttavia, poco prima del rientro nelle Marche, è stata colta da un malore improvviso. Nonostante i tentativi di soccorso del compagno e l’intervento dei medici del Policlinico di Milano, la donna è deceduta in meno di due ore. L’autopsia ha attribuito la causa del decesso a un’embolia.
Indagini e sviluppi legali
A seguito della morte, la Procura di Milano ha avviato un’indagine per omicidio colposo nei confronti dell’anestesista e del chirurgo otorino che hanno operato Stefania. Le cartelle cliniche sono state sequestrate, e una consulenza medico-legale ha stabilito che non ci sono state violazioni delle linee guida o errori da parte dello staff medico.
Il pubblico ministero Luca Poniz ha quindi chiesto l’archiviazione del caso, definendo l’accaduto una tragica fatalità. Tuttavia, la famiglia di Stefania, assistita dagli avvocati Carolina Lenzi e Ioana Cisman, si è opposta a questa decisione, ritenendo che siano necessari ulteriori approfondimenti.
Dichiarazioni della famiglia
Secondo i familiari, la morte improvvisa di Stefania richiede una spiegazione più approfondita, soprattutto in merito alle modalità del decorso post-operatorio. «Siamo convinti che debbano essere svolti altri accertamenti e che ci siano aspetti da approfondire», ha dichiarato l’avvocato Lenzi.
Un caso che ricorda altre tragedie
La vicenda di Stefania riporta alla memoria la morte della 22enne Margaret Spada, avvenuta nel 2024 in circostanze simili. Anche in quel caso, un intervento di chirurgia estetica, apparentemente di routine, si è concluso con una tragedia.
Prossimi passi
Spetta ora al giudice decidere se accogliere l’opposizione della famiglia e disporre nuove indagini o confermare l’archiviazione proposta dalla Procura. La famiglia di Stefania spera che ulteriori verifiche possano chiarire eventuali responsabilità e garantire che simili tragedie non si ripetano.