Mandare fiori e cioccolatini non è una molestia, la decisione del Tar
Il caso del "cartellino giallo" per un corteggiamento romantico
Inviare cioccolatini, fiori e messaggi galanti non costituisce molestia. Questo è quanto stabilito dal Tar di Aosta, che ha accolto il ricorso di un uomo contro l'ammonimento emesso nei suoi confronti dal questore. Il protagonista della vicenda è un padre divorziato che, folgorato dalla bellezza dell'insegnante di danza delle sue figlie, ha intrapreso un romantico corteggiamento fatto di regali e messaggi rispettosi.
Doni e messaggi ignorati
Il corteggiamento, iniziato con scatole di praline, fiori, profumi e oggettini, era sempre accompagnato da parole gentili e messaggi inviati via WhatsApp e Messenger. Tuttavia, la donna non ha mai risposto e, anzi, ha bloccato l’uomo sui social. Nonostante il silenzio, il padre divorziato ha continuato a inviare i suoi regali, suscitando nella donna un crescente senso di disagio.
La denuncia e l'ammonimento del questore
Sentendosi minacciata, l’insegnante ha richiesto l'intervento della polizia. Il questore ha emesso un ammonimento, sostenendo che il comportamento dell'uomo avrebbe potuto generare uno stato di ansia nella donna, costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita.
Il ricorso al Tar e il verdetto
Non accettando l’etichetta di stalker, l'uomo ha presentato ricorso al Tar, supportato anche dall'ex moglie, che ha difeso il suo comportamento definendolo rispettoso e privo di malizia. Il Tar ha dato ragione al padre, sottolineando che i suoi gesti erano "inoffensivi," diluiti nel tempo e mai sfociati in atteggiamenti minacciosi come appostamenti sotto casa.
Un corteggiamento "rispettoso e non invasivo"
Secondo i giudici, i regali e i messaggi non hanno mai superato il limite del rispetto. Non essendoci stati episodi di pressione o persecuzione, il Tar ha deciso di revocare l'ammonimento del questore, sancendo che il corteggiamento non poteva essere considerato molestia.
Un confine delicato tra romanticismo e invasività
Questo caso solleva una questione complessa: il sottile equilibrio tra corteggiamento romantico e comportamento invasivo. Il verdetto del Tar di Aosta invita a riflettere su come distinguere tra gesti galanti e situazioni che possono causare disagio o ansia, sottolineando l'importanza di rispettare i confini e i segnali dell'altra persona.