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Chiara Petrolini

Oggi, martedì 25 febbraio 2025, la Corte di Cassazione si esprimerà sulla richiesta della Procura di Parma di revocare gli arresti domiciliari a Chiara Petrolini, la 23enne accusata di aver ucciso due figli neonati e di averne occultato i corpi nel giardino della sua abitazione a Traversetolo, in provincia di Parma.

La giovane, attualmente ai domiciliari presso la villa di famiglia, rischia il trasferimento in carcere dopo che il tribunale del Riesame, il 17 ottobre scorso, aveva accolto la richiesta della Procura per l’applicazione della misura cautelare più severa. La decisione finale spetta ora alla Cassazione, che dovrà valutare la sussistenza dei presupposti per l’aggravamento della misura restrittiva.

I dettagli dell’accusa: un duplice infanticidio

Secondo le indagini condotte dalla Procura di Parma, Chiara Petrolini avrebbe dato alla luce due bambini a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro e, subito dopo, li avrebbe uccisi per poi seppellirli nel giardino della sua abitazione. La scoperta dei corpi ha scosso profondamente l’opinione pubblica, alimentando il dibattito sulla crudeltà del gesto e sulla possibile premeditazione.

Nel corso delle indagini, sono emersi dettagli inquietanti sulla personalità della giovane. Secondo gli inquirenti, Petrolini avrebbe agito con freddezza e senza alcun segno di rimorso. Le telecamere di sorveglianza l’avevano ripresa mentre si muoveva con apparente normalità sul patio della villa, nonostante i gravissimi atti di cui era accusata.

Il Riesame: "Lucida, fredda e senza scrupoli"

La decisione del tribunale del Riesame ha sottolineato la pericolosità della giovane e la necessità di una detenzione carceraria. Nelle motivazioni della sentenza si legge che Petrolini è "lucida, fredda, senza scrupoli", con un’"apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che di sfrontatezza e totale inaffidabilità nelle relazioni personali, anche più intime".

Il Riesame ha inoltre evidenziato le "eccezionali capacità sia di nascondimento dei propri misfatti sia di mistificazione e dissimulazione", oltre alla "mancanza di partecipazione e di compassione". Elementi che, secondo i giudici, rendono necessaria la detenzione in carcere per evitare il rischio di reiterazione del reato e per garantire la sicurezza della comunità.

Il ruolo del padre dei bambini

Un aspetto centrale della vicenda riguarda Samuel, il compagno di Chiara Petrolini e padre dei due neonati uccisi. L’uomo ha recentemente dichiarato di aver scelto insieme a lei i nomi dei bambini e di voler ora garantire loro un degno funerale. Le sue dichiarazioni, riportate dai media, hanno aggiunto un ulteriore elemento emotivo alla tragica vicenda, suscitando commozione e indignazione.

La decisione della Cassazione e il futuro di Chiara Petrolini

Oggi la Corte di Cassazione si pronuncerà definitivamente sul caso, stabilendo se la giovane debba essere trasferita in carcere o se possa continuare a scontare la misura cautelare presso la sua abitazione. La sentenza sarà decisiva per il prosieguo delle indagini e per l’eventuale processo che attende la 23enne.

L’opinione pubblica resta divisa: da un lato, chi invoca una pena esemplare per un crimine così efferato, dall’altro chi si interroga sulle ragioni profonde che possano aver portato una giovane donna a un gesto tanto estremo. Nel frattempo, la comunità di Traversetolo rimane sconvolta da una vicenda che ha segnato profondamente il paese.

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