Vincenzo D'Amico è morto, il Golden Boy della Lazio aveva 68 anni. Da tempo era malato di tumore
Il 5 novembre 1954 (anche se suo padre lo iscrisse all'anagrafe il 6), nasceva a Latina Vincenzo D' Amico, un uomo che avrebbe lasciato un segno indelebile nel calcio italiano. Nel corso della sua vita, ha rischiato di entrare nel settore giovanile della Roma, ma nel 1970 è stato ufficialmente registrato nel settore giovanile della Lazio, poiché i colori della sua vita non potevano che essere biancocelesti.
Con la sua straordinaria tecnica, ha incantato tutti, segnando gol su gol, fino a catturare l'attenzione di Tommaso Maestrelli, all'epoca allenatore della prima squadra della Lazio.
L'incontro con Maestrelli è stato determinante per la carriera di D'Amico, diventando per lui una figura paterna. Nonostante il suo carattere un po' indisciplinato, Maestrelli lo ha accettato come un figlio e addirittura gli teneva da parte parte i primi stipendi per evitare che li spendesse in pochi giorni.
D'Amico ha esordito nella squadra titolare il 21 maggio 1971, a soli diciassette anni, in Serie B contro il Modena. Con la maglia numero 11, è entrato a pieno diritto nella storia della Lazio. Era il talento di quella squadra che nel 1974 ha vinto il primo scudetto nella storia del club biancoceleste.
La relazione tra D'Amico e la Lazio è stata una storia d'amore durata 336 presenze e 49 gol. Ci sono stati momenti felici, ma anche momenti bui. Nel 1980 si è ritrovato solo dopo lo scandalo del calcioscommesse che ha coinvolto molti dei suoi compagni di squadra. Nonostante tutto, è rimasto fedele alla Lazio.
Dopo un breve periodo al Torino, è tornato nella Capitale per giocare in Serie B, questa volta come capitano. Vincenzo D' Amico è sempre stato presente, nel bene e nel male. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ha intrapreso una carriera nel mondo del calcio come opinionista. Ha lavorato per radio romane e televisioni nazionali, senza mai dimenticare il suo amore per la Lazio. È diventato un simbolo per tutte le generazioni, e il popolo biancoceleste non lo dimenticherà mai.