Siamo ben lontani dalla fine dell'emergenza, l'agognata Fase 3, per la quale saranno probabilmente necessari tanti altri mesi. Il 18 maggio ha avuto inizio quella che potremmo definire Fase 2.1, un aggiornamento della Fase 2 iniziata il 4 maggio. Sappiamo che si ragiona di 14 giorni in 14 giorni in base all'evoluzione dei casi Covid-19 in Italia, e così sarà probabilmente anche per le prossime settimane.

Fase 3, cosa ha detto il governo

Ma proviamo a gettare il cuore oltre l'ostacolo: quanto dovremo aspettare per la Fase 3? L'avremo mai o rimarrà un nostro sogno nel cassetto? "Ci aspetta una sfida molto complessa nei prossimi mesi", ha detto il premier Conte in diretta nazionale il 26 aprile scorso quando ha illustrato i perché ed i per come della Fase 2 che sarebbe iniziata il 4 maggio, accennando anche a provvedimenti per il 18 maggio ed il primo giugno fin quando, grazie alla domanda di un giornalista radiofonico che aveva chiesto espressamente quando sarebbe stato possibile ipotizzare una terza fase, il premier ha risposto con un criptico "una fase per volta", salvo poi specificare che "bisognerà aspettare una terapia risolutiva od un vaccino. Diventa difficile programmare il momento in cui il mondo scientifico ci metterà a disposizione una terapia od un vaccino", ha ripetuto. "La convivenza con la Fase 2 dipende anche dall'equazione scientifica - ha sottolineato Conte il 26 aprile scorso - anche gli scienziati che interpelliamo e gli esperti non saprebbero dirci quando ci sarà la fase definitiva dell'uscita dall'emergenza". Insomma, la Fase 3 sarà un ripristino della vita normale che al momento appare lontana nel tempo. Il governo la considera come la fine dell’emergenza sanitaria e rappresenterà un importante momento di ricostruzione economica del nostro Paese con una normale ripresa delle attività lavorative, della vita sociale e di tutte le attività. In pratica, la fine di tutte le restrizioni finora ed un ritorno all'era pre-Covid.

Fase 3, sogno o realtà?

Abbiamo sentito il Prof. Giuseppe Mancia, Direttore del Centro Ipertensione dell’Istituto Clinico Universitario,Verano Brianza (Policlinico di Monza) e del Centro di Epidemiologia e Trial Clinici dell’Ircss, Istituto Auxologico Italiano. Milanese classe 1940, ci ha detto la sua sulle tappe di avvicinamento ad una Fase 3. Ecco cosa ha risposto il Prof. "La Fase 2 si prospetta molto prolungata e con aperture progressive, caute, controllando sempre che non si generino nuovi focolai ed una riattivazione del numero dei casi. È già difficile stabilire questo, speriamo che questa seconda fase sia tranquilla" ha affermato al Giornale.it, puntando sul buon senso di tutti gli italiani. "Per arrivare ad una liberalizzazione totale, se non avremo un vaccino o delle terapie sicuramente efficaci, non credo che si potrà ritornare alla condizione precedente", afferma lo studioso. Per fare ciò, comunque, serve la collaborazione di tutti. "Contiamo sul fatto che la gente, a parte le eccezzioni che abbiamo visto, sappia come deve comportarsi: tenere le mascherine e mantenere le distanze. Speriamo che tutto questo porti ad una normalizzazione, fondamentale per la sopravvivenza dell'economia". Insomma, la strada per un "netto stacco", come l'ha chiamato il Prof. Mancia, è lunga. "Sarà quando la ricerca avrà trovato dei rimedi", ci dice. E quali sono? "Il rimedio principe è il vaccino: sento dire che non è facilissimo arrivare ad un vaccino per una serie di ragioni, tra le quali quella che il virus possa mutare come fanno gli altri coronavirus. Le previsioni che leggo sono per la seconda metà del 2021", dice il Prof., anche se c'è la speranza che possa esserci qualcosa anche prima, ad esempio con il vaccino franco-americano già terreno di scontro mondiale per chi deve averlo per prima e perché. "Sarebbe criminale che non sia disponibile per tutti". Così Covid può diventare "trattabile". Sul vaccino, il professore ricorda "che per i precedenti coronavirus il vaccino non è stato sintetizzato". Quindi, "la Fase 3 può iniziare quando noi, anche se non avremo il vaccino, avremo una cura efficace - afferma Mancia - Diventerebbe una malattia trattabile: non fa piacere ipotizzare di avere un alto numero di contagiati ma possiamo pensare che la mortalità si riduca a cifre che non sono superiori a quelle delle epidemie influenzali". Però, a quanto pare, sulle "terapie si stanno facendo dei progressi pragmatici e non di sostanza. Si è visto come, in alcune fasi, alcuni anti-infiammatori possono essere utili così come qualche antivirale. Considerando questa malattia non soltanto come polmonare ma anche cardiovascolare in quanto crea le condizioni per le trombosi intra-vascolari, con alcuni anticoagulanti come l'eparina sembra esserci un notevole miglioramento nel trattare questi pazienti". Insomma, se si arrivasse ad eliminare Covid anche con una terapia efficace, "anche questo potremmo chiamarlo l'inizio della Fase 3", ha affermato il medico, che rimane cauto e ripete che bisognerà capire "cosa succederà all'inizio della Fase 2". Gran parte del nostro futuro, in pratica, si gioca in queste settimane.

Le tappe per la Fase 3

In realtà, ogni tappa intermedia sarà un passettino in più in avanti verso la terza fase. La parola "riapertura", seppur con tutte le cautele ed i cambiamenti del caso rispetto alla vita di prima, è certamente un'evoluzione rispetto alla quarantena forzata delle scorse settimane. Come si legge sul Messaggero, ci sono alcuni step che ci condurranno verso la normalità. I primi 6 sono chiamati "Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio": in parole povere, si tratta di sapere il numero dei casi positivi di ogni mese, come sono stati trattati (ricovero o isolamento domiciliare) ed il numero di strutture Rsa che fanno parte di una cecklist; altri 6 punti sono chiamati "Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti" di cui fanno parte i tamponi effettuati ai pazienti positivi e prende in esame le persone dedicate ai "servizi territoriali di prelievo e di laboratorio" ed il "numero dei casi in cui è stata fatta una puntuale indagine epidemiologica". L'ultimo macro-gruppo comprende gli "Indicatori di risultato su stabilità della trasmissione e capacità della tenuta sistema sanitario" e comprende il numero dei casi riportati alla Protezione Civile negli ultimi 14 giorni, il famoso indice R0, il numero di nuovi focolai, il numero di accessi ai pronto soccorso con sintomi Covid ed il tasso di occupazione dei posti letto normali ed in terapia intensiva per i pazienti Covid. Negli ultimi tre punti è specificata la parola "allerta" qualora ci fosse un aumento di casi. In pratica, più i valori si appiattiranno verso il basso, più saremo vicini alla Fase 3, sinonimo di libertà ed emergenza finita ma sempre con il punto interrogativo del vaccino. Quando lo avremo, forse, potrà esserci finalmente la fine totale e definitiva del maledettissimo Coronavirus. Fonte: Il Giornale Leggi anche Fase 2 e chiusure anticipate a Napoli, de Magistris contro De Luca: "Io aprirò tutto" Seguici su Facebook 41esimoparallelo
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