MAMMA MUORE LIVORNO. Un'altra giovane vita stroncata, una donna, una mamma che non potrà vedere crescere la sua bambina, godere di tutte le sue prime volte e assisterla nel lungo cammino che la attende.

Mamma muore Livorno - Benedetta ex cestista

Se n’è andata così a soli 49 anni, portata via da un brutto male scoperto pochi mesi fa. Si chiamava Benedetta Sorrentino e lascai il marito Stefano e la figlia piccola che come lei adora il basket. La piccola infatti ha ereditato la stessa passione della mamma e muove i primi passi in questa disciplina sognando un giorno di eguagliarla. Federica era arrivata sino alla serie B.

Chi era Benedetta Sorrentino

Benedetta lavorava in un call center, ma aveva perseguito anche studi brillanti in biologia marina. poi il grande amore per la pallacanestro. Benedetta è ricordata, infatti, come una guerriera. Come ricorda Patrizia Fusi, sua compagna di squadra nell’Acli Basket: . «Aveva il mio stesso ruolo, siamo state insieme tanti anni, era una guardia-ala – dice Fusi –. Brava giocatrice, una vera combattente, uno spirito agonistico incredibile. Un piacere sapere di scendere in campo con una che possedeva quel carattere. Ti dava quella carica in più, faceva bene al gruppo. Non voleva mai perdere, non si arrendeva e voleva sempre vincere. Se un allenatore le dava un compito cercava di applicare alla lettera le consegne. Ha sempre fatto così. Con Paolo Balestri, Stefano Neri, Luca Mori».

Luca Mori racconta: «L’ho guidata quando ho allenato in B sia a Livorno che a Pisa. Grande contropiedista, era nel punto giusto al momento giusto per trafiggere la difesa avversaria. Elemento di carattere, ma mai sopra le righe. Fuori dal campo, la voglio ricordare in barca alla Meloria. Si tuffava, immergendosi come un pesce e quando tornava su, aveva degli occhi brillanti. Tanti mi hanno chiamato una volta appresa la notizia. Da un po’ non la vedevo, ma d’un botto sono riaffiorati i ricordi della ragazza che era».

Il fratello Raffaele: «Come sportiva, è stata una figura che spiccava per la propria grinta. Nonostante il suo 1,78 di altezza, andava a cercarsi l’uno contro uno su avversarie che la sovrastavano fisicamente. Uno scricciolo ma davvero abile a segnare il canestro e prendersi anche il fallo per il tiro libero aggiuntivo. Insomma, era brava a mettere a referto i tre punti anche se agiva lontana dalla linea della tripla che all’epoca era piazzata ai 6,25».

Ma Benedetta era anche una mamma - Così la racconta il fratello:

«Una mamma tenera, la sua bimba era tutto per lei. Premurosa, apprensiva, molto presente e disponibile. Una vera catastrofe, perché ci lascia troppo presto e perché soprattutto non ha potuto godersi la sua famiglia come desiderava e come era giusto che fosse».

Oggi l'ultimo saluto alla mamma sportiva e guerriera in campo e nella vita.

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