Monreale, la madre di Salvatore Calvaruso: «Dolore per mio figlio e per le giovani vittime»
Continuano le indagini sulla tragedia che ha sconvolto Monreale: caccia ai complici e migliorano le condizioni dei feriti

«Mi dispiace per mio figlio, per i ragazzi uccisi e per tutto quello che è accaduto. Siamo distrutti». Con queste parole cariche di dolore, la madre di Salvatore Calvaruso, il diciannovenne accusato della strage avvenuta a Monreale, ha scelto di parlare pubblicamente per la prima volta. In un'intervista rilasciata a Livesicilia, la donna ha sottolineato come anche il figlio fosse «un gran lavoratore», un ragazzo che si impegnava nonostante le difficoltà del contesto in cui era cresciuto.
Calvaruso, attualmente detenuto, è accusato di aver aperto il fuoco durante una rissa, uccidendo Andrea Miceli, Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo, tre giovani originari di Monreale. Dopo un primo momento di confessione, il ragazzo ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Strage di Monreale, proseguono le indagini: si cerca l’arma e i complici
Mentre Salvatore Calvaruso resta in carcere, le indagini dei carabinieri continuano senza sosta. Gli investigatori ritengono che il giovane non abbia agito da solo: almeno quattro o cinque ragazzi palermitani sarebbero stati coinvolti nella violenta rissa culminata con la sparatoria mortale.
Grazie alle testimonianze raccolte e ai video estratti dalle telecamere di sorveglianza, le forze dell’ordine sarebbero ormai sulle tracce degli altri presunti complici. Uno di loro, secondo quanto emerso, avrebbe addirittura sparato insieme a Calvaruso. Le ricerche si concentrano anche sul recupero dell’arma utilizzata, che il diciannovenne si sarebbe disfatto subito dopo il delitto.
Chi è Salvatore Calvaruso, il ragazzo accusato della strage
Salvatore Calvaruso vive a Palermo, nel difficile quartiere dello Zen. Sui social network mostrava una forte passione per la boxe e, come molti suoi coetanei cresciuti in contesti complicati, aveva piccoli precedenti penali, in particolare per furto. Nonostante il suo impegno nel lavoro, il suo nome è ora tristemente legato a una delle tragedie più sconvolgenti degli ultimi anni. Se riconosciuto colpevole, per lui si profila la condanna all’ergastolo.
Le vittime della strage erano giovani che cercavano di costruirsi un futuro: Andrea Miceli e Salvatore Turdolavoravano come carpentieri per l'impresa edile del padre di Andrea, ed erano cugini. Massimo Pirozzo, invece, cambiava spesso lavoro, ma era descritto dagli amici come un ragazzo tranquillo.
Strage di Monreale, migliorano le condizioni dei feriti
Buone notizie arrivano dagli ospedali dove sono ricoverati i due giovani rimasti feriti nella tragica notte. Nicolò Cangemi, 33 anni, ha riportato una ferita da arma da fuoco alla gamba, mentre un ragazzo di 16 anni è stato colpito alla nuca, fortunatamente in modo superficiale.
Entrambi mostrano segni di miglioramento e i medici si dicono ottimisti sul loro completo recupero. Il sedicenne, in particolare, ha raccontato: «Mi hanno sparato alla testa, sono vivo per miracolo».
Una comunità sotto shock cerca giustizia
La città di Monreale è ancora sotto shock per l’accaduto. Famiglie, amici e semplici cittadini chiedono verità e giustizia per tre giovani strappati alla vita troppo presto. La speranza è che le indagini portino rapidamente alla piena individuazione dei responsabili e che simili tragedie non si ripetano mai più.