Conte non cambia idea sul Dpcm. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non intende fare passi indietro. Dopo le misure varate domenica con l'ultimo dpcm, per cercare di frenare la crescita esponenziale della curva epidemiologica.
E nonostante gli appelli, che arrivano anche dalla sua stessa maggioranza, con le ministre di Italia viva Bellanova e Bonetti che esprimono il loro dissenso sulla stretta anti Covid chiedendo modifiche, l'esecutivo intende andare avanti: "Ora è il momento della responsabilità.
La politica – e questo vale soprattutto per chi è al governo – deve saper dar conto delle proprie scelte ai cittadini, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e non soffiare sul fuoco del malessere sociale per qualche percentuale di consenso nei sondaggi". Lo ha detto al Fatto Quotidiano Conte.
Il decreto
Spiega, "è nato da un lungo confronto tra tutte le forze di maggioranza, rappresentate dai rispettivi capi-delegazione". "Queste misure non sono in discussione" ma che "piuttosto vanno spiegate a una popolazione in sofferenza, che legittimamente chiede di capire i motivi delle scelte del governo".
Il capo dell'esecutivo prosegue la propria autodifesa:
"Non abbiamo deciso queste chiusure indiscriminatamente. Tutte le misure messe in campo rispondono alla necessità di tenere sotto controllo la curva dei contagi". E attraverso smart working e didattica a distanza, da oggi obbligatoria nelle scuole superiori almeno al 75%.
"Puntiamo a ridurre momenti di incontri e soprattutto l'afflusso nei mezzi di trasporto durante il giorno, perché sappiamo che è soprattutto lì che si creano affollamenti e quindi occasioni di contagio", quindi, sottolinea Conte,"andava decongestionato il sistema del trasporto pubblico agendo su scuola e lavoro e altre occasioni di uscita come lo sono l'attività sportiva in palestre e piscine".
Il premier sostiene ancora:
"Abbiamo ridotto tutte le occasioni di socialità che spingono le persone a uscire nelle ore serali e a spostarsi con i mezzi pubblici. Uscire la sera per andare al ristorante, cinema o teatro significa prendere mezzi pubblici o taxi, fermarsi prima o dopo in una piazza a bere qualcosa o a incontrarsi con amici abbassando la propria soglia di attenzione e creando assembramenti" e, dunque, "ecco perché abbiamo sospeso le attività di ristoranti, cinema e teatri. Così si è meno incentivati a uscire di casa".
Inoltre "diminuendo le occasioni di socialità, abbassiamo anche il numero di contatti che ognuno di noi può avere, rendendo così più facile fare i tracciamenti nel caso in cui una persona risulti positiva.
"Senza queste misure la curva è destinata a sfuggirci di mano”
Pertanto, scrive ancora il premier, "ora è il momento di mettere il Paese in sicurezza, evitando la diffusione del contagio e il rischio di non riuscire a garantire cure e ricoveri adeguati e di non riuscire a preservare il tessuto economico e produttivo".
E conclude:
"Siamo tutti pienamente consapevoli delle ricadute economiche di queste misure, delle difficoltà a cui molti cittadini italiani vanno incontro" ma "proprio per questo oggi approviamo un decreto importante con ingenti risorse che ci permette di ristorare tutte queste persone, di dare loro in maniera rapida e diretta risorse per colmare le perdite dovute alle chiusure. Saranno soldi certi e rapidi" (Fanpage)
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